“Dove?" chiede chi non conosce la strada. Chi non è sicuro. Chi ha perso l'orientamento.

"Dove?" chiede chi vuole sapere cosa riserva il futuro. Chi vuole lasciarsi alle spalle il passato. Chi vuole ricominciare.

"Dove?" chiede chi è interessato ad altre persone. Chi se ne frega di se stesso.

"Dove?" chiede chi è bloccato. Chi è aperto.

"Dove?" La domanda sembra sorgere più spesso nei nostri tempi confusi. Tuttavia, con un'urgenza molto diversa e in contesti altrettanto diversi. L'arte è sempre stata predestinata alla domanda “dove?”. Gli artisti riaggiustano costantemente gli aghi interni della bussola. Approfondiscono, investono nelle loro indagini, ricerche, indagini rendendo visibili realtà nascoste, occulte, represse.

Michael Meier & Christoph Franz, Pressato con viti di ferro, 2021

La mostra parla di ricerca artistica, di indagine. Si tratta di spazi sociali e ambientali, di valori collettivi e individuali, pubblici e privati, di ricerca della felicità da parte delle persone. A Mosca ea Tel Aviv, a Basilea ea Zurigo, all'inizio della mostra si ricevono risposte umoristiche, serie e contraddittorie alla domanda su cosa sia la felicità e cosa sia la paura. Nella stanza accanto c'è la possibilità di seguire le persone nello spazio pubblico, ovviamente entro i limiti di legge. E quindi rende questi limiti un problema. La successiva sala espositiva racconta di un lungo viaggio attraverso una serie di confini, che un lampione ha percorso nella direzione opposta. E ricorda uno storico viaggio da Zurigo a San Pietroburgo, che ha innescato niente meno che una rivoluzione. Nella sala successiva, l'arte getta una luce diversa e nuova su un caso che preoccupa tanto la magistratura quanto i media: nel lavoro di #BigDreams le persone dicono la loro - da protagonista e co-autrice - su chi tanto si è parlato e su cui le autorità preferirebbero tacere.

Nadia Leonhard, osserva-osservata, 2018

La mostra continua in Moldavia: «Perché Moldavia? Perché ora? Sarebbe stato meglio se venissi prima, in epoca sovietica: qui era molto più bello". L'arte non arriva necessariamente quando è più bella. E torna alla paura nella stanza accanto. E discute la questione del perché la nostra paura della paura è così grande. Si conclude con un'indagine in un'area della Colombia dove c'è una lotta con mezzi diseguali per le risorse minerarie, per l'acqua, per la droga e per la conoscenza spirituale. I collegamenti si estendono anche qui: a Zurigo.

L'investigazione conosce libertà diverse nell'arte rispetto al giornalismo. Funziona con i suoi metodi. Nelle connessioni che l'arte rivela, si aprono nuovi campi di conoscenza e contesti, spinti dalla domanda “dove si va?”. Qua e là, in questa ricerca, emergono possibilità su come le realtà potrebbero essere diverse da ciò che sono.

Artisti in mostra: #BigDreams, Céline Brunko, Felipe Castelblanco, Lydia Zimmermann, Ñambi Rimai Collective, Nadia Leonhard, Michael Meier & Christoph Franz, Anissa Nussbaumer, Maria Pomiansky

Fino al 14.11.2021

Curatore Simon Maurer in collaborazione  Nathalie Killias und Arathy Pathmanathan

Helmhaus

Limmatquai 31

8001 Zürich

www.helmhaus.ch

facebook.com/helmhauszuerich