Alla Galleria Arianna Sartori di Mantova, nella sala di via Ippolito Nievo 10, ritorna ad esporre l’Artista Livia Carta questa volta insieme allo scultore Giuseppe Segato.
La mostra “Le vibrazioni dello spazio e le pietre parlanti”, organizzata da Arianna Sartori e inaugurata ieri con la presentazione di Annamaria Polidori alla presenza degli Artisti, rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 25 novembre.


Nelle “Vibrazioni dello Spazio” di Livia Carta, scrive Giovanna Grossato, “lo spazio, nelle geometrie, è rappresentato da una serie di postulati e teoremi”.
“L’idea potente e ostinata dello spazio, quasi un leitmotiv presente lungo tutto il suo percorso artistico, è la dimensione contemplativa e visionaria anche di questo gruppo di lavori di Livia Carta, più vicinia forse alle ragioni ‘astratte’ di Lucrezio; tradotta però, del tutto imprevedibilmente, in una sensuale e travolgente esplosione di colori”, continua Grossato che individua nelle opere in mostra, una trentina di acrilici su carta, “tutta la forza del gesto che libera forze interiori attraverso un movimento che collega la mano al cuore (o al quarto chakra cui il cuore corrisponde), senza preoccuparsi, in questa operazione, di concettualizzare l’impeto creativo. Lavori senza titolo che testimoniano la totale immersione nell’operazione pittorica che l’artista sta compiendo e la volontà espressiva che riesce a far parlare e a rendere udibile, attraverso la materialità cromatica, il respiro dell’universo”.
Negli “Antichi dei e uomini contemporanei” di Giuseppe Segato, scrive ancora Grossato, “la manualità non è solo capacità di eseguire con precisione e competenza una tecnica collaudata ma è capace di inventare ciò di cui il momento contingente necessita per una soluzione particolare, diventando così ‘magistero’. Nell’ebraico post biblico la traduzione di ‘maestro’ è ‘rabi’ (che è anche un attributo dato a Cristo) e letteralmente definisce uno studioso che conosce e sa ad un massimo livello e che dunque può insegnare ad altri”.
Una premessa, spiega, che “giova a comprendere meglio il lavoro artistico di Giuseppe Segato che, in un’altra sua dimensione esistenziale, è stato un abile e molto stimato chirurgo e che poi, non a caso, è diventato anche uno scultore. Self made man, stavolta, senza una particolare scuola se non quella, pregressa, del saper fare e della passione per l’arte e per la letteratura soprattutto mitologica, biblica e classica. Il ‘travaso’ dalla chirurgia all’arte di una logica, di una ricerca di soluzioni pratiche nel cavare dalla materia bruta le figure che essa contiene, è stata dunque quasi ‘naturale’, anche se inizialmente nacque come hobby”.
“La dicotomia tra la ferinità originaria e l’intelletto narrante si trovano spesso a convivere nello stesso blocco di pietra e la forma plastica datagli dallo scultore ne traduce il concetto. Con masse – conclude Grossato – che si assottigliano inverosimilmente o divengono arti abnormi o intrecci sincopati che si fermano al limite dell’informale dopo aver raccolto le essenze di tutto il Mediterraneo e d’altrove”.
LIVIA CARTA è nata a Vicenza, ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Venezia nel corso del Maestro Bruno Saetti; è vissuta a Padova dove esponeva con il gruppo "Pittori e Scultori Padovani"; negli anni 80 è ritornata a Vicenza e attualmente vive e lavora a Vicenza. La sua attività espositiva si sviluppa dal '66 e da allora è sempre stata presente nel panorama Nazionale e Internazionale. Ha esposto in personali presso Assessorati alla Cultura e in Gallerie private, ha partecipato a fiere e a rassegne Internazionali.
GIUSEPPE SEGATO, classe 1935, è marito, padre, nonno, chirurgo, pittore, scrittore e scultore. Ha esposto a Spoleto, Venezia, Padova, Vicenza.