In concomitanza con la 59a Biennale di Venezia, intitolata “Il latte dei sogni” e curata da Cecilia Alemani, sino al 23 ottobre il Museo Archeologico Nazionale di Venezia ospita la mostra “HistoryNow” dell'artista inglese Marc Quinn. La personale, co-curata da Francesca Pini e Aindrea Emelife, dialoga conti tesori custoditi dal museo in Piazzetta San Marco, di fronte a Palazzo Ducale, con il suo magnifico cortile cinquecentesco opera di Vincenzo Scamozzi, le logge e la statua di Agrippa, uno dei più antichi musei pubblici d'Italia, fondato nel 1587, grazie alla lungimiranza di due patriarchi rinascimentali, il cardinale Domenico Grimani e suo nipote, il mecenate Giovanni Grimani.


La compresenza tra le opere del mondo antico e quelle della comunicazione digitale contemporanea, realizzate da Marc Quinn dal 2020, suggerisce riflessioni sull'ubiquità delle immagini e sul loro peso per la memoria individuale e collettiva nel corso dei secoli.
Oggi le immagini sono ovunque e la loro circolazione è aumentata esponenzialmente con la diffusione dei dispositivi digitali e dei nuovi media. E, dice Marc Quinn, “sono destinate a essere dimenticate, perché la memorizzazione sul cellulare spesso ci evita il dovere di ricordare”.
“Eternizzando momenti cruciali di una narrazione globalizzata, sottraendoli al fast food del consumo delle notizie, storicizzandoli, Marc Quinn con i suoi dipinti agisce sull'immediatezza della Storia mentre si svolge nella sua novità: HistoryNow”, dice Francesca Pini.
Nato nel 1964 in Gran Bretagna, Marc Quinn è uno dei maggiori artisti della sua generazione. Le sue sculture, i suoi dipinti e i suoi disegni esplorano il rapporto tra arte e scienza, corpo umano e percezione della bellezza. Il suo lavoro si collega spesso e in modo significativo con la storia dell’’arte, dai maestri moderni fino all’antichità. Le sue opera sono in importanti collezioni pubbliche tra cui la Tate di Londra, il Metropolitan Museum di New York, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Centre Pompidou di Parigi.