Le lingue non sono solo un mezzo per comunicare, ma influenzano la nostra vita quotidiana e sono parte della nostra cultura. Il Museo nazionale Zurigo accompagna i visitatori in un viaggio attraverso il paesaggio linguistico svizzero che stimola i sensi e che diverte.

Chiunque si muova in una delle principali stazioni ferroviarie della Svizzera nota immediatamente che, oltre alle quattro lingue nazionali, capita di sentirne innumerevoli altre, nonché dialetti, accenti o slang. Le lingue sono soggette a continui cambiamenti e sono strettamente legate alla storia dell’umanità e all’attualità. Ed è proprio dalla stazione, che parte il viaggio, sotto un tabellone, scritto in varie lingue, con treni annunciati stranamente in ritardo, e poi il segnale blu del punto di ritrovo, luogo dove in una grande stazione, aiuta a non perdersi, cosi inizia il viaggio, " la Svizzera, paese di lingue". Una nazione che lotta per la sua identità, sotto lingue diverse. 

Gli eventi storici, come ad esempio la Riforma, hanno marcato in maniera decisiva le sue evoluzioni: l’edizione del 1524 della Bibbia prodotta a Zurigo e legata all’opera di Zwingli fu redatta nella cosiddetta «Landspraach», una lingua scritta vicina al tedesco parlato nella regione. All’altro capo della Svizzera odierna i riformatori non parlavano invece il patois regionale, ma il francese delle classi superiori provenienti dal Nord della Francia. Secoli dopo, i dialetti regionali della Svizzera romanda sono quasi scomparsi, mentre lo svizzero tedesco domina la vita quotidiana da Briga a San Gallo. Ciò che è accaduto nel frattempo nelle regioni linguistiche è una storia di repressioni, divieti, esaltazione romantica, emarginazione e mitizzazione. E ancora oggi la lingua ha una valenza altamente politica. Che si tratti del Röstigraben, della questione del Giura, dell’inglese scolastico o del linguaggio giovanile, il modo in cui parliamo suscita ovunque grandi emozioni. Benvenuti in Svizzera, paese delle lingue!

 

 

La mostra al Museo nazionale Zurigo presenta questi temi in modo innovativo. Indossati gli auricolari, le visitatrici e i visitatori si muovono liberamente in una scenografia fatta di suoni e note. A seconda di dove si trovano, ascoltano spiegazioni, presentazioni di oggetti, documenti sonori o tracce audio tratte da video. Nel farlo si lasciano guidare da due personaggi di fantasia: una guida turistica (con la voce di Margherita Coldesina nella versione italiana) e il suo compagno Beat (interpretato dal curatore Thomas Bochet) che illustrano, attraverso dialoghi divertenti, i principali contenuti della mostra. Li affiancano interventi di Patti Basler, Vincent Kucholl, Flavio Sala e Claudio Spescha. Accanto a loro, prendono la parola anche persone che vivono in Svizzera e che parlano, come lingua materna, non una lingua nazionale, ma l’albanese, l’arabo, il portoghese o la lingua dei segni. Queste voci mostrano come la lingua possa essere sia una risorsa che un ostacolo, o come possa talvolta rimanere semplicemente inascoltata.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con la ditta basilese idee und klang, che ha sviluppato la scenografia sonora delle sale basandosi sulla tecnologia di gioco della società iart. Il percorso audio è stato concepito dal comico romando Vincent Kucholl. L’audioguida è disponibile in tedesco, francese, italiano, inglese e romancio.

 
https://www.landesmuseum.ch/it