Foto e servizio Paola Zorzi - La mostra, a cura di Carlotta Cernigliaro e  inaugurata il 5 giugno, sarà ospitata fino al 28 giugno nello spazio del centro culturale Fantastik Lab di Valencia. In esposizione una serie di opere scelte, esposte per la prima volta in questo Paese, significative del percorso artistico di Paola Zorzi.  Attraverso questa esposizione si è voluto rintracciare un fil rouge che unisce tutti questi lavori nel corso degli anni, il tutto nella consapevolezza di un presente ibrido sospeso tra concretezza e immaterialità, un approccio però non meramente idealista, piuttosto rivolto ad un nuovo tipo di materialismo. 

La mostra In/Material prosegue lo scambio culturale intessuto tra il centro culturale Fantastik Lab,  l'associazione culturale Zero Gravità per arti e culture (Biella) e lo spazio Via Lattea (Torino). Uno scambio iniziato l'anno scorso grazie all'artista Elisabeth Aro, all'artista Cristina Ghetti, Carlotta Cernigliaro e gli amici e artisti di Fantastik Lab. Questa mostra infatti era stata preceduta, sempre in questi locali, dalla personale "Trappole" del 2024 di Roberta Toscano. Le interazioni con l'Italia sono proseguite nell'ambito della rassegna ''MA/DONNE challenge for peace'' con una personale di Cristina Ghetti nello spazio Via Lattea (TO) e delle artiste valenciane Concha Ros, Anja Krakowski e Ima Picò a Villa Cernigliaro (Sordevolo BI).     

 

Con il titolo IN/MATERIAL si è voluto da una parte evidenziare le potenzialità delle relazioni, della materia ma anche delle persone. Di qualcosa che non esiste,  non è ancora visibile prima che sia in atto. 

Dall'altro si riferisce ad un mondo che nel linguaggio comune è descritto come sempre più immateriale. La comunicazione, l'web, molta della nostra tecnologia, la nano tecnologia sono infatti tutte istanze che non corrispondono a oggetti solidi, ad una materialità tangibile eppure anche queste sono legate indirettamente ad una nuova forma di materialismo. Anche il nulla oggi è sempre più inteso come spazio potenziale, virtuale e, anche là dove nello spazio sembra non esserci che il nulla in realtà è presente una forma di  energia evanescente che sembra apparire e svanire di continuo.

 

... noi ci muoviamo comunque in superficie, non tanto in quanto superficiali, piuttosto sopra le righe, quasi sganciati, liberi da tanta sottesa potenza. Gli atomi di cui siamo composti come tutto ciò che esiste custodiscono il loro potenziale inespresso di energia lasciandone trasparire solo un riflesso, un legame sospeso, aperto a percorsi, a vicoli in parte ciechi, in parte aperti a nuove forme. 

Differenti livelli dimensionali e temporali inventano mondi, tessono ulteriori relazioni e sempre nuove identità. E l'arte non poteva rimanere immune o indifferente di fronte ad un reale così vibrante. (p.zorzi)

 

LE OPERE

Alcune opere presentate sono più concettuali, addirittura ironiche, come nel caso di 'Chateau d'IF. L'IF,  il SE condizionale in inglese è un simbolo nella programmazione informatica (diagrammi di flusso o diagrammi a blocco). In questo caso attraverso un diagramma a blocco è proposto un semplice algoritmo: prigione/castello kafkiano oppure fortezza/strumento utile? Così come avviene con la tecnologia tutto dipende dal suo utilizzo. Ma Chateau d'If è anche una piccola isola posta di fronte a Marsiglia resa celebre dal romanzo di Alexandre Dumas ''Il Conte di Montecristo''. In quest'isola, il castello che vi è sito fu sia prigione che fortezza, metafora perfetta della problematica sollevata. 

'Circuiti: trasposizione di una preposizione logica in circuiti elettrici: è un'opera che evidenzia ciò che di solito non si vede ma che è alla base del funzionamento dei computer. In particolare mi aveva affascinata il passaggio da una proposizione logica che ha a che fare col pensiero ad un circuito elettrico (linguaggio macchina) che qui troviamo risolto in forma quasi ludica.

Cono d'ombra memoria e oblio della materia: è risolto con una visione per trasparenza, densità o intensità di colore piuttosto che prospettica. Una visione di questo tipo si presta ad essere associata al pieno e vuoto nelle sue varie gradazioni, come avviene con i raggi x, le lastre radiografiche o anche attraverso una semplice visione in controluce o per trasparenza.

Una sequenza ciclica su base aleatoria a partire da una scala di dodici tonalità (dal bianco al nero) attraversa tutta l'opera mentre nel cono d'ombra tutta la composizione subisce un livellamento verso il nero con perdita di informazione (oblio). Contemporaneamente l'accostamento della parte più chiara del dipinto con quella più scura crea un contrasto in  grado di evidenziare ancor più il momento luminoso, quello in cui la scala cromatica appare in tutta la sua potenzialità.     

Effetto boomerang invece è un'azione che si ritorce contro colui che l'ha prodotta ed è qui associata al cambiamento climatico, alle problematiche ambientali e alle società che non prendono provvedimenti in tal senso negando persino l'evidenza (in molti casi scaricando il problema sui paesi in via di sviluppo pensando, così facendo, che questo non li riguardi) con le conseguenze che sappiamo.

Divergente 2: una lente, così come molta della tecnologia da noi usata, ci consente  un approccio mediato con la realtà, questo rapporto comporta delle distorsioni ma anche la possibilità di pervenire ad una maggiore chiarezza, conoscenza, risultati. Nel mio caso l'idea che il nostro organo visivo implichi una distorsione prospettica della visione (nonché con chiari risvolti funzionali) mi ha spinta a utilizzare una lente proprio per correggere percettivamente questa distorsione e avvicinarmi ad una maggiore obiettività (linea retta). Cosa non del tutto possibile trattandosi di un ambiente curvo ma che appare balenare a tratti al centro della lente. Il termine divergente può essere inteso anche come sguardo critico, non sempre allineato.

Percezione movimenti relativi: un lavoro su due piani e più punti di vista che implica una percezione dinamica mediata con il pubblico.   

 

Inoltre in esposizione:

alcune immagini digitali dal titolo Davanti al sole ad occhi chiusi. immagini retiniche, sulla visione retinica.   

Dignità negata: una stampa fotografica sul problema della violenza sulle donne. 

Scenari contemporanei: due stampe fotografiche, un dittico su un'azione performativa realizzata nel Biellese contro le guerre (i segni del lutto impressi su 100 roveri - bande/strisce nere sui tronchi)

Dove finisce l'infinito: stampa da immagine digitale.

 

 

Fantastik Lab

Fantastik Lab è stato fondato nel 2021 da un gruppo multidisciplinare di artisti, mossi dal desiderio di trovare strumenti che diano voce alle preoccupazioni che emergono nel cercare di comprendere il mondo. Lo spazio, nato nel mezzo di una crisi globale che ci ha costretti a ripensare la nostra esistenza da zero, si propone come un luogo in cui progettare, immaginare e costruire progetti che diano la possibilità di crescere, usando l'arte come strumento.

L'intersezione di conoscenze, media e tecnologie provenienti da diversi campi di lavoro è sempre benvenuta a Fantastik Lab, così come tutte le proposte che promuovono la tolleranza e il rispetto dell'ecologia, del femminismo e della diversità sessuale.

Fantastik Lab si trova nella città di Valencia, in Spagna. Dispone di due spazi diversi, attrezzati per eventi multidisciplinari, che permettono di esplorare la creazione locale e di accogliere visitatori internazionali.

 

Fantastik Lab

C/Poeta Navarro Cabanes 6 bajo

46018 Valencia, Spagna - Aperto il sabato dalle h.11 alle 14-T utti gli altri giorni su appuntamento

Tel: +34 652938025  +34 615223571

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www.fantastiklab.cc