La trentesima edizione del FIT Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea si apre con due prime assolute: Fedra, produzione LAC firmata da Leonardo Lidi, e la performance di Francesca Sproccati Out of Me, Inside You. Seguono i due lavori Mitsouko & Mitsuko e Goodbye dell’artista giapponese Michikazu Matsune. L’intera programmazione del FIT è attraversata da una selezione di lavori di Lingua Madre - Capsule per il futuro, fruibili in un salotto cinematografico allestito in Sala 4 e nella Hall del LAC.

Introdotto da Fedra, lavoro che riesce a debuttare (Ma 28 e Me 29.09, Sala Teatro ore 20:30) dopo il lungo impedimento dettato dalla pausa pandemica, il FIT Festival ha come tema l’amore. “Un sentimento sempre più fuori moda, un po’ come vuole e prova ogni anno ad essere il nostro
festival” ha dichiarato la direttrice artistica Paola Tripoli.

Dopo il successo di Lo zoo di vetro, Leonardo Lidi torna a collaborare con il LAC presentando un lavoro che, partendo dal mito di Fedra, si concentra sul tema della solitudine, della ricerca dell’amore in assenza di esso. Il testo si basa strutturalmente su tre solitudini: quella di Fedra, di Teseo e di Ippolito, figlio di Teseo e dunque figliastro di Fedra. In queste solitudini, l’Amore può essere salvezza ma anche tortura. Sola e spaventata su una panchina, Fedra aspetta il ritorno di Ippolito o, forse, di Teseo...

Il FIT entra nel vivo della sua programmazione grazie alla performer ticinese Francesca Sproccati, artista residente al LAC, che presenta l’anteprima assoluta di Out of me, Inside You (Ve 01 e Sa 02.10, Teatrostudio ore 17 e 19) in cui sviluppa la sua indagine artistica sulla relazione tra azione e contemplazione. Un live set fatto di frammenti video, parole, suoni e luce, in cui il corpo della performer invita lo spettatore ad assistere a una celebrazione. Già autrice della performance immersiva EXP: je voudrais commencer par sauter, - di cui il FIT Festival 2018 ospitò la prima assoluta - Sproccati continua il suo lavoro di ricerca in stretta collaborazione con Elena Boillat.

Nato in Giappone, artisticamente attivo da due decenni a Vienna e nel mondo, Michikazu Matsune è artista, performer e coreografo che unisce narrazioni, immagini e danza nel suo caratteristico stile che tocca temi altamente sensibili, grazie ad un delicato senso dell’umorismo e pensiero critico. Sabato 02.10 alle 20:30 sul palco del LAC vedremo Mitsouko & Mitsuko, lavoro che esplora la storia di due donne giapponesi vissute nella prima metà del XX secolo per interrogarsi sul presente. Al termine l’artista incontra il pubblico. Il giorno seguente (doppia replica ore 18 e 20.30) in Teatrostudio Matsune sarà il protagonista di Goodbye, in cui, facendosi ispirare da lettere che hanno come tema comune il congedarsi, ci parla di parole d’addio. Una performance in cui si citano, tra le altre, la lettera che l’imperatrice Maria Teresa spedì alla figlia Maria Antonietta nel giorno della sua partenza per la Francia, quella di un cieco al suo defunto cane guida, del pilota kamikaze ai suoi figli prima della sua missione, di Kurt Cobain prima di suicidarsi.

L’intera programmazione del FIT è attraversata dai lavori di Lingua Madre - Capsule per il futuro, progetto digitale del LAC vincitore del Premio Hystrio Digital Stage che ci ha accompagnati nei lunghi mesi della chiusura forzata del centro culturale della città. Dopo la fruizione nelle case di ognuno di noi, il FIT allestisce un salotto cinematografico in Sala 4 (con ingresso a pagamento) e una postazione nella Hall del LAC (con fruizione gratuita). Per i dettagli delle singole proiezioni: www.luganolac.ch