Crescono ancora le tv, quelle tradizionali e le più innovative. La pandemia ha prodotto una straordinaria accelerazione del paradigma biomediatico. Nel 2021 la fruizione della televisione ha conosciuto un incremento rilevante, per effetto sia dell’aumento dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia del boom della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni.

Tendono a crescere quindi sia gli usi tradizionali della televisione, sia quelli innovativi. E’ quanto emerge dal 17mo Rapporto sulla comunicazione del Censis, promosso da Intesa Sanpaolo, Mediaset, Rai, Tv2000 e Windtre, presentato il 6 ottobre Roma da Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, e discusso da Roberto Basso, direttore external affairs and sustainability di Windtre, Vincenzo Morgante, direttore di rete e delle testate giornalistiche di Tv2000, Roberto Nepote, direttore Marketing della Rai, Gina Nieri, membro del cda di Mediaset, Fabrizio Paschina, responsabile Direzione Comunicazione e Immagine di Intesa Sanpaolo e Giuseppe De Rita, presidente del Censis. La radio continua a rivelarsi all’avanguardia all’interno dei processi di ibridazione del sistema dei media. Complessivamente, nel 2021 i radioascoltatori sono il 79,6% degli italiani, stabili da un anno all’altro. Se la radio ascoltata in casa attraverso l’apparecchio tradizionale perde 2,1 punti percentuali di utenza e l’autoradio 3,6 punti (penalizzata dalle limitazioni alla mobilità causate dall’emergenza sanitaria), aumenta l’ascolto delle trasmissioni radiofoniche via internet con il pc (lo fa il 20,2% degli italiani: +2,9%) e attraverso lo smartphone (lo fa il 23,8%: +2,5%).