Con la pandemia è cambiato il rapporto medico-paziente e la tecnologia ha dato un grande supporto per facilitare i contatti con il medico, molti lamentano disturbi e malesseri nati in pandemia ma c'è ancora troppo fai da te nelle cure e nelle diagnosi ricavate da ricerche generiche sul web. Lo rivela la survey effettuata su 10mila pazienti da VediamociChiara.it, portale di informazione per la salute femminile fondato e diretto da Maria Luisa Barbarulo per diffondere informazioni e smentire credenze e preconcetti.

La survey ha rivelato infatti che il 94% delle utenti ha sofferto durante la pandemia di almeno di uno di questi disturbi: mal di testa, mal di denti, mal di schiena e/o collo, insonnia, fastidi gastro-intestinali, dolori osteoarticolari, aumento di peso, patologie da raffreddamento e allergie alimentari e di altra natura. Il dialogo è diventato sicuramente un fattore chiave per restituire tranquillità e rassicurazioni a molte persone, "travolte" da sintomi e malesseri dovuti non solo alle conseguenze dirette del virus, ma anche ad ansia e preoccupazione per la situazione vissuta nei mesi di lockdown, indipendentemente dal contagio, senza dimenticare che le restrizioni ai movimenti e la paura del virus hanno di fatto impedito o ritardato visite e controlli. Il 65% delle interpellate ha ammesso di aver rimediato ai disturbi indicati ricorrendo a farmaci da automedicazione: o perché conosciuti (pubblicità/internet o indicati da amici/parenti) o perché assunti in passato (anche su prescrizione), perchè erano già disponibili in casa o perché già usati per altre patologie; non sempre con il controllo dello specialista. La pandemia, come è risaputo, ha costretto anche a rimandare controlli di routine o di medicina preventiva, causando spesso il peggioramento di alcune patologie o l'insorgenza di esse. Questo a causa della pressione sugli ospedali e sui medici di famiglia, della paura del contagio ma anche per i costi: l'81% delle utenti ha infatti indicato come causa principale dei mancati controlli annuali la paura di incontrare persone contagiate dal Covid, nel recarsi dal medico o nel fare accertamenti e il 67% ha indicato anche il costo significativo dei controlli, quando, non potendo usufruire del servizio pubblico intasato a causa Covid, si rendeva necessario ricorrere al privato. Per questo, con il medico di base si sono sperimentate forme più informali di contatto, come mail e messaggi telefonici per consigli o prescrizioni. Il 59% delle partecipanti alla survey ha confermato in merito di aver avuto spesso difficoltà nel riuscire a contattare o incontrare il proprio medico, e ha indicato come valida alternativa alla visita in presenza la possibilità di raggiungerlo via whatsapp o servizi analoghi (preferito per le questioni più immediate e urgenti) o via telefono o via videochiamata (per un colloquio più approfondito). Il 61% ha gradito gli eventi online dedicati alla salute come momento di incontro con i medici, con il vantaggio di ricevere rapidamente e in diretta una risposta alle proprie domande. Un buon 53% segnala anche qualche difficoltà nel comprendere sempre ed esattamente la terminologia medica, e invita gli specialisti a usare un linguaggio più semplice e comprensibile. Il mezzo digitale risulta la vera svolta nel rapporto medico-paziente: oltre il 70% delle utenti ha dichiarato di voler ricevere in formato audio, video o testuale brevi aggiornamenti e servizi sulla salute e sulle novità terapeutiche disponibili (integratori e farmaci da automedicazione in primis).