Nel terzo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nei confronti del terzo trimestre del 2020. La crescita congiunturale del Pil diffusa il 29 ottobre 2021 era stata anch’essa del 2,6% mentre quella tendenziale era stata del 3,8%. Lo rende noto l’Istat. Il terzo trimestre del 2021 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al terzo trimestre del 2020.

La variazione acquisita per il 2021 è pari a +6,2%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in aumento, con un incremento del 2,2% dei consumi finali nazionali e dell’1,6% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, del 2,1% e del 3,4%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito per +2 punti percentuali alla crescita del Pil: +1,7 punti i consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private ISP, +0,3 gli investimenti fissi lordi e un contributo nullo della spesa delle Amministrazioni Pubbliche (AP). Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del Pil in misura di +0,1 punti percentuali, mentre la domanda estera netta ha contributo per +0,5 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di industria e servizi, cresciuti rispettivamente dello 0,7% e del 3,4%, mentre il comparto dell’agricoltura e della pesca registra una riduzione del 2,1%. “La stima completa dei conti economici trimestrali conferma una ripresa congiunturale sostenuta dell’economia italiana nel terzo trimestre, in misura pari al 2,6%, analogamente a quanto anticipato dalla stima preliminare – si legge nella nota di commento -. In termini tendenziali, la crescita rispetto al terzo trimestre del 2020 è risultata pari al 3,9% (era del 3,8% nella stima preliminare). Il risultato ha beneficiato, per il secondo trimestre consecutivo, di un forte recupero del settore dei servizi di mercato, di una crescita dell’industria, mentre è risultato ancora in flessione il settore agricolo. Dal lato della domanda, a sostenere la crescita del Pil sono stati soprattutto i consumi privati, ma contributi significativi sono venuti anche dagli investimenti e dalla componente estera. Le ore lavorate sono cresciute dell’1,4% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dello 0,2%, mentre i redditi pro capite sono aumentati dello 0,5%”.