In tutte le librerie e store digitali “Machiavelli Social” di Matteo Minà e Filiberto Passananti edito da Vallecchi Firenze (pp. 176, € 16,00).  Il grande filosofo e storico, morto nel 1527 – ad opera dei giornalisti Matteo Minà e Filiberto Passananti – di nuovo presente con gli italiani sui social network. Un lavoro innovativo, il tentativo di trasmettere, al di là degli schemi editoriali tradizionali, ai “giovani di pensiero” le intuizioni geniali di Niccolò Machiavelli. A quasi 500 anni dalla sua morte, un libro come questo è utile a tastare il polso alla società italiana e a farci  comprendere se i consigli del politologo fiorentino siano ancora attuali; e soprattutto utili a migliorare la politica,  certo non in buona salute, dei giorni nostri. 

Con un lavoro puramente giornalistico, Minà e Passananti hanno tradotto in italiano corrente i pensieri più rilevanti di Machiavelli contenuti nel Principe. Quindi hanno inviato gli stessi pensieri, sotto forma di post sui social, ad altrettanti cittadini, chiedendo loro un messaggio di risposta. Una tecnica di lavoro scelta perché i social network sono senza dubbio lo strumento di comunicazione più utilizzato dai ragazzi e dall’intera classe politica. Fra gli interpellati, ci sono anche personaggi molto famosi al grande pubblico in campi diversi. Tutti rappresentanti del modo di essere e di sentire del Belpaese. Tra gli altri, hanno risposto: Vittorio Sgarbi, Emma Bonino, Marcello Veneziani, Don Luigi Ciotti, Marcello Lippi, Domenico De Masi, indicando come Machiavelli possa essere ancora tanto utile al Paese.  Machiavelli social contiene anche alcune curiosità sulla vita privata e sull’influenza internazionale del Segretario fiorentino, oltre a un’intervista impossibile al Principe della politica, che ne restituiscono un'immagine opposta all'uomo ingessato e servo del potere che la storia e la scuola ci hanno spesso tramandato.