LA CINA VA ALLA SCOPERTA DELLO “SPIRITO DELLA CERAMICA”, L’ARTE ITALIANA PROTAGONISTA
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Fino al 17 marzo si terrà a Jingdezhen, in Cina, presso il Ceramic Art Avenue Art Museum, la prima Biennale Internazionale di Arte Ceramica di Jingdezhen realizzata, su incarico dal Ministero della Cultura Cinese, da Zhong Art International (Italia) insieme al Museo Carlo Zauli (Italia), la China International Exhibition Agency e la Ceramic Art Avenue Art Museum. La Biennale è organizzata dal Comune di Jingdezhen (Cina), dalla China Arts and Entertainment Group Ltd., dalla Jingdezhen Ceramic University e dal Comune di Faenza (Italia). Si avvale del patrocinio del Bureau of International Exchanges and Cooperation, Ministry of Culture and Tourism of China, dell’Ambasciata d'Italia a Pechino, dell’Associazione Italiana Città della Ceramica (AiCC) e dell’European Route of Ceramics.
Tema di questa prima edizione della Biennale è lo “Spirito della Ceramica” e la mostra del padiglione italiano si intitola “In bianco. La porcellana nella ceramica d’arte italiana contemporanea”, un progetto a cura di Matteo Zauli e Xiuzhong Zhang che vede la partecipazione di una trentina di artisti italiani, suddivisi in due sezioni, tra cui: Francesco Ardini, Silvia Celeste Calcagno, Chiara Camoni, Alberto Garutti, Eva Marisaldi, Ornaghi & Prestinari, Mimmo Paladino, Andrea Salvatori, Italo Zuffi. “Questo progetto espositivo - dichiara il curatore, Matteo Zauli - intende essere sintesi della contemporaneità italiana della ceramica applicata al materiale porcellana che, anche nel nostro paese, è fonte di immenso fascino. Un fascino che si ricollega proprio alla storia gloriosissima di Jingdezhen, un luogo che anche qui in Italia viene identificato come la punta di diamante di una Cina che, come si dice e si sa perfettamente tra gli addetti ai lavori “è il luogo da cui l’arte ceramica deriva”. E continua “…La mostra, attraverso i suoi artisti, vuole approfondire l’utilizzo della porcellana in Italia oggi, muovendosi su due nitidi piani di narrazione, che si intersecano nel progetto espositivo. Il primo unisce, cosa ancora piuttosto inedita, due ambiti artistici della ceramica: da un lato i ceramisti scultori o i ceramisti designer, che infondono nelle proprie opere grande sapienza tecnica o spiccata originalità; dall’altro gli artisti che la utilizzano saltuariamente, spesso in collaborazione con artigiani di grande livello, e che proiettano le opere in una dimensione concettuale. Il secondo piano narrativo della mostra si sviluppa attraverso il dialogo tra una serie di opere che vedono la Natura o il naturale come continua ispirazione della propria ricerca e un altro gruppo di lavori che raccontano l’Uomo, la civiltà e le proprie dinamiche culturali e sociali esaltando in questo il ruolo dell’opera quale arcaico oggetto utilizzato dall’uomo in ogni tempo per testimoniare la propria presenza sulla Terra”. La porcellana, nel corso dei secoli, soprattutto tra il XIV e il XV secolo, grazie anche ai commerci e gli scambi con l’Oriente ha affascinato i ceramisti italiani. Nei principali centri italiani di produzione ceramica si sviluppano in quegli anni le cosiddette famiglie decorative “alla porcellana”: gli artigiani, infatti, non riuscendo ancora a sciogliere il “segreto” tecnologico che avvolgeva questi leggeri e rilucenti manufatti provenienti dalla Cina, si ispiravano al raffinato naturalismo in monocromia blu su fondo bianco, espressione dei ceramisti cinesi della dinastia Ming, per la realizzazione di maioliche decorate, appunto, “alla porcellana”.