RITROVARE GLI ORDIGNI INESPLOSI IN ITALIA: ECCO IL PROGETTO VRB
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- Alessia Padovan
In seguito alla Seconda guerra mondiale, milioni di ordigni inesplosi, mine, proiettili di artiglieria, di mortaio e bombe d’aereo si trovano disseminati sul territorio italiano. Nel dopoguerra, per anni, il Genio militare ha rastrellato i terreni in una colossale opera di bonifica che ha provocato centinaia di morti. Sebbene siano trascorsi quasi ottant’anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, ancora oggi la possibilità di rinvenire ordigni bellici durante le attività di scavo è tutt’altro che trascurabile.
Si stima che tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, siano state sganciate in Italia quasi 400.000 tonnellate di bombe e sono stimate in alcune decine di migliaia all’anno i ritrovamenti di bombe e proiettili ancora sepolti. Per individuare le aree colpite dai bombardamenti aerei durante la Seconda Guerra Mondiale e la Grande Guerra, il Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova ha dato avvio alla realizzazione di un Sistema Informativo Geografico in grado di mappare il rischio di ritrovamento di ordigni bellici inesplosi (Progetto VRB - Valutazione di Rischio Bellico) all’interno del territorio gestito da Etra S.p.A. la multiutility a totale proprietà pubblica, che svolge servizi idrico e ambientale nell'area che va dall’Altopiano di Asiago ai Colli Euganei, comprendendo l’area del Bassanese, l’Alta Padovana e la cintura urbana di Padova. Il Progetto VRB è un progetto di ricerca coordinato dal Prof. Aldino Bondesan, frutto di un accordo quadro sottoscritto nel 2020 tra Etra Spa, l’Università degli Studi di Padova (DiSSGeA) e il Consiglio di Bacino Brenta e interessa quasi cento comuni compresi tra il Padovano e l’Altopiano di Asiago. Primo in Italia e unico nel suo genere, il progetto viene realizzato grazie ad un contributo da parte di Etra di 240.000€ (incluso un dottorato di ricerca ad hoc) e dall’Università che ha messo a disposizione il proprio personale di ricerca. Il contributo degli archivi storici militari delle Forze Armate, delle Soprintendenze e dei musei si è rivelato fondamentale per descrivere e cartografare, specialmente attraverso rapporti e diari delle unità combattenti, gli episodi di bombardamento aereo e di artiglieria. La creazione dell’archivio ARCA effettuata dal DiSSGeA negli ultimi anni ha inoltre consentito di catalogare centinaia di foto aeree e di carte topografiche dell’epoca, che forniscono un quadro preciso delle devastazioni prodotte dalle guerre del Novecento in molte parti del territorio veneto. Collabora al progetto anche il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova, col coordinamento del prof. Matteo Massironi, che attraverso l’uso delle immagini iperspettrali darà avvio ad una ricerca sperimentale volta a definire diverse caratteristiche dei suoli.