“Una donna su otto in Italia si ammala di tumore alla mammella; ma circa il 90% oggi può guarire definitivamente. Sono proprio i medici di medicina generale, conoscendo sia la storia della paziente che della sua famiglia, i primi a svolgere un ruolo fondamentale per raggiungere questo traguardo, invitando le donne che hanno precedenti in famiglia a fare un test genetico per verificare la predisposizione al tumore alla mammella”: sono le parole con cui il dottor Nicola Battelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia di Macerata, è intervenuto all’incontro “Neoplasia della mammella:

il traguardo all’orizzonte” svoltosi a giungo nell’Aula Magna del comune di Recanati. A fargli eco il dottor Paolo Decembrini Cognigni, responsabile dell’Unità Semplice Dipartimentale di Senologia Interventistica dell’Area Vasta 3: “Anche se la chirurgia viene considerata la parte peggiore della terapia del tumore mammario, oggi assistiamo a modificazioni concettuali e strutturali fenomenali. Si è passati dalla concezione per cui doveva essere portata via tutta la mammella ad una aggressività molto più limitata e settoriale”. Un traguardo reso possibile anche grazie al confronto tra professionisti, alla sperimentazione e alla capacità di fare rete contro questo tipo di tumori. L’intervento più atteso è stato quello del professor Paolo Veronesi, Direttore del programma di senologia dell'’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, che con le sue parole ha portato una speranza importante per tutte le pazienti e le equipe mediche in prima linea contro il tumore alla mammella: “La notizia buona è che il tasso di incidenza di guarigione continua ad aumentare ed oggi siamo oltre il 90% grazie alla diagnosi precoce e a trattamenti sempre più mirati ed efficaci. Da un punto di vista della chirurgia, sono stati fatti enormi progressi, perché fino agli anni Settanta tutte le donne venivano trattate inevitabilmente con la mastectomia totale. Negli anni Ottanta, la chirurgia conservativa ha permesso di preservare il seno a milioni di donne con tumore in fase iniziale e da qui l’importanza della prevenzione, di fare una diagnosi precoce, accedere a trattamenti chirurgici conservativi”. Oggi la strada intrapresa dai trattamenti medici è quella che coniuga innovazione ed efficacia, tanto che in un futuro prossimo, confida Veronesi, si potrà pensare a una chirurgia sempre meno invasiva se non addirittura ad una guarigione completa della malattia solo con la terapia medica.