Storia, tradizioni, natura incontaminata e preziosi luoghi sacri caratterizzano San Fele, piccolo borgo dell’area del Vulture, in provincia di Potenza, lungo le pendici del Monte Castello e del Monte Torretta. La vita attorno al paese di San Fele ha inizio con l’edificazione del suo castello fortezza (X secolo), per volontà di Ottone I di Sassonia a difesa dagli assedi da parte dei Bizantini.

Non a caso la sua posizione strategica ne ha fatto un luogo di scontri anche tra normanni e papato. Ma il suo nome è legato a due figure storiche: San Giustino de Jacobis, missionario in Etiopia, di cui è visitabile la casa natale proprio nel borgo antico, e il brigante Carmine Donatelli, detto Crocco, che coinvolse anche San Fele in quel fenomeno storico tutto italiano che fu il brigantaggio. Il patrimonio di San Fele abbraccia tutte le caratteristiche che rendono splendido un borgo, a partire dai ruderi del castello e continuando con Palazzo Frascella, la cui torre in stile normanno incorporata nel palazzo rappresenta ciò che resta dell’antica chiesa dedicata al patrono San Sebastiano, e Palazzo Faggella, edificato nel XVII secolo, sede del municipio. Tra le architetture religiose spiccano, invece, la chiesa madre dedicata a Santa Maria della Quercia (1514), ai piedi del Monte Castello e sede di un’urna contenente le reliquie di San Giustino de Jacobis, e il santuario della Madonna di Pierno (1189-1197), immerso nel bosco a pochi chilometri dal paese e uno dei maggiori luoghi di devozione della Basilicata. Un’antica leggenda narra che la chiesa originaria si deve a San Guglielmo da Vercelli, che l’avrebbe fatta edificare nel 1139 dopo il rinvenimento, in una grotta del monte Pierno, di una statua lignea della Madonna col Bambino. Il santuario, il 15 agosto, diventa protagonista durante la Festa della Madonna di Pierno, accogliendo fedeli, pellegrini e curiosi nei festeggiamenti. Il patrimonio di San Fele si completa con la natura e il paesaggio del Vulture, in particolare con le cascate di San Fele, nel dialetto locale “U Uattenniere” (“gualchiera”, macchina che negli antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate serviva a lavorare la lana), le quali nascono lungo il corso del torrente Bradano e ai salti di quota che fa nel suo scorrere. Gli appassionati possono trovare interessanti anche i percorsi naturalistici del Bosco Santa Croce, che conduce al santuario di Santa Maria di Pierno, e il Bosco Monte dello Squadro, ricco di sorgenti. Una natura che da sempre fornisce a San Fele i prodotti tipici della sua cucina: cavatelli, fusilli e orecchiette preparati in casa proposti con il rafano o con i fagioli, carne di pecora e montone bollite con verdure, involtini di trippa di agnello e capretto ripieni di carne, il panzerotto natalizio a base di ceci, cioccolato e castagne o ancora la pasta di pane fritta e condita con mosto essicca sul fuoco. Tutte ricette imperdibili durante gli eventi che si svolgono durante l'anno tra le strade del borgo, come la Festa del patrono San Sebastiano (20 gennaio) e la Festa di San Giustino de Jacobis (30 luglio). Solo dopo aver scoperto tutti gli aspetti caratteristici di San Fele si potrà dire di aver vissuto la Basilicata più profonda, fatta di storia affascinante, natura splendida e radici culturali vissute da tutti gli abitanti.

COME ARRIVARE: Gli aeroporti più vicini sono a Napoli e Bari. In treno, San Fele è raggiungibile dalla stazione di Potenza prendendo un bus o dalla stazione di Bella Muro. In automobile da Roma: prendere A1/E45 e A16/E842 in direzione di E841 a Manocalzati, uscire ad Avellino Est, prendere SS 7, SS7dir c, SS 401, SP 219 e SP San Fele in direzione di Via Giuseppe Mazzini a San Fele.