Con l’avviso pubblico per la selezione di 16 coordinatori regionali da impiegare con contratto di collaborazione presso il ministero degli Affari esteri, entra nel vivo il progetto del PNRR dedicato al turismo delle radici, quel particolare segmento del turismo che si propone di offrire un sistema articolato di servizi turistici rivolto agli italiani di nuova generazione e agli oriundi italiani residenti all’estero, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, enogastronomia, visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italo-discendenti.

Si tratta di 16 esperti di elevata qualificazione e comprovata esperienza nella gestione di progetti nel settore dei beni culturali, del turismo e dei viaggi delle radici. Figure importanti per il coordinamento del progetto tra la direzione generale per gli Italiani all’estero della Farnesina e il territorio, ha sottolineato Giovanni Maria De Vita, responsabile per il Turismo delle Radici della DGIT del ministero degli Esteri, durante la riunione straordinaria del Tavolo Tecnico sul Turismo delle radici che si è svolta nei giorni scorsi. De Vita ha poi annunciato l’avvio di contatti con l’Anci e le Regioni per “valutare ulteriori sinergie” e ha spiegato i principali obiettivi dell’iniziativa, tra cui “l’offerta capillare sul territorio, il passaporto delle radici per incentivare i viaggi in Italia e un sito (italia.it) con le informazioni utili”. Diversi attori saranno chiamati a fare rete per la riuscita del progetto, a partire dalle università, che saranno incentivate ad approfondire il tema. Il 2024, infine, sarà l’Anno delle radici e “organizzeremo, insieme ai territori, una mappatura delle attività che dovranno essere aperte alle comunità all’estero”, ha concluso De Vita.