L’Italia, da qui a marzo 2023, punta a risparmiare fino a 5,3 miliardi di metri cubi di gas naturale, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di risparmio) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi), cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi. Lo prevede il piano di Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, reso noto dal ministero della Transizione ecologica.

In particolare, un decreto ministeriale dei Mite introdurrà limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento, che si aggiungono ai limiti già decisi sul riscaldamento degli edifici pubblici. I limiti di riscaldamento sono ridotti di un grado, e portati a 17 gradi, con una tolleranza di 2, per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili; a 19 gradi, con 2 gradi di tolleranza, per tutti gli altri edifici. Inoltre, i limiti di esercizio degli impianti termici sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di un’ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione. Nonostante il piano punti, transitoriamente, all’utilizzo a pieno regime di centrali a carbone, olio combustibile e bioliquidi, per salvare 2,1 miliardi di metri cubi di gas, “il governo continua a confermare gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica. L’insieme delle misure di diversificazione consentirà nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo, e comunque di ridurre l’uso del gas in generale”.