Vi ricordate i comizi di piazza, gli incontri nelle feste, i dibattiti pubblici, i manifesti elettorali che riempivano le città a ridosso delle elezioni? Ecco, se ve li ricordate, sappiate che oggi non ci sono più. O, per meglio dire, ci sono sì, ma un po’ meno. Perché oggi, soprattutto, ci sono i social. La politica corre in maniera trasversale tanto sul mondo digitale quanto su quello reale, ormai è cosa nota.

Ma un conto sono social che si avvicinano a una certa sorta di “comunicazione istituzionale”, tipo Twitter, un conto sono quelli legati prettamente all’intrattenimento, dove a farla da padrone sono balletti e divertimento, non certo decreti e proposte di scostamento di bilancio. In questo senso, l’esempio per eccellenza è Tik Tok. Eppure, nonostante tutto quanto si è appena detto, la politica è sbarcata pure lì. L’idea è quella di arrivare ai giovani, evidentemente, ma il rischio è quello di diventare involontari generatori di meme, quelle simpatiche vignette virali che popolano web e social. Giorgia Meloni, Carlo Calenda, Matteo Salvini sono già approdati nel social cinese di cui Khaby Lame è il re incontrastato, con le loro apparizioni che stanno ispirando ogni giorno di più l’irresistibile podcast daily di Chora Media con Luca Bizzarri dal titolo “Non hanno un amico”. Ma, come prevedibile, la platea di tiktoker in campagna elettorale si è allargata. Si è aggiunto Matteo Renzi, protagonista di un quantitativo impressionante di meme negli ultimi anni, che ha esordito con: “Per molti di voi io sono un esperto di ‘First reaction shock’ o di ‘Shish’, linguaggi quasi più complessi del corsivo”; va spezzata una lancia in favore del leader di Italia Viva che, per quanto riguarda l’autoironia, resta sempre in testa ai sondaggi. Per parlare ai giovani è sceso in campo (e no, non è un gioco di parole visto il personaggio di cui stiamo per raccontare) anche Silvio Berlusconi. In una sorta di spin off del memorabile “L’Italia è il Paese che amo…” antecedente alla stragrande maggioranza dei fruitori di Tik Tok, il Cav si è presentato dicendo: “Ciao ragazzi, eccomi qua. Vi do il benvenuto sul mio canale ufficiale di Tik Tok”. Operazione simpatia o strategia elettorale che sia, i tiktoker con ambizioni da Palazzo Chigi sfondano così l’ennesima parete dell’informazione. Resta da capire l’esito quale sarà: un cambio di rotta irreprensibile della comunicazione politica verso i nuovi elettori o la base per un bel periodo di meme e vignette tutte da ridere, in attesa delle prossime elezioni?