I Lisati batterici sono vecchi alleati dei polmoni. Sviluppati negli anni ’60 del secolo scorso, sono una categoria di farmaci che racchiudono parti inattivate di batteri, permettendo al sistema immunitario di prepararsi per tempo a reagire alle infezioni. Moltissimi studi negli ultimi 50 anni hanno provato scientificamente che i Lisati stimolano la produzione di anticorpi, riducono le infezioni frequenti delle vie respiratorie e migliorano la salute della mucosa, rivelandosi benefici sia per gli anziani che per i bambini, categorie particolarmente sensibili ai mali di stagione. Con l’avvento del COVID-19, però, questi farmaci – e uno in particolare, il Lantigen B – potrebbero avere un ruolo completamente nuovo:

ridurre le infezioni da SARS-COV-2. Un’equipe italiana ha dimostrato in uno studio in vitro che le cellule della mucosa faringea, trattate con una quantità di Lantigen B equivalente al normale dosaggio previsto per l’assunzione del farmaco, riducono l’espressione dei recettori ACE2 che fungono da porte di accesso del virus sulla superficie cellulare. Lo studio mette alla prova i risultati ottenuti applicando la ricerca a cellule della mucosa faringea prelevate con un semplice tampone da 15 volontari. è stato scoperto che i quattro quinti delle cellule riducevano in maniera drastica l’espressione del recettore ACE2 e che questo risultato avveniva in cellule vive del corpo, le stesse che sono bersaglio del SARS-COV-2 durante l’infezione; la seconda è che il dosaggio al quale questo effetto si ottiene è lo stesso previsto per la somministrazione orale del Lantigen B. Secondo i ricercatori questo potrebbe portare nuove linee di ricerca: i lisati batterici che riducono la possibilità di rimanere contagiati. “Questa nuova risorsa contro il COVID-19 – spiegano i ricercatori - non è però un’alternativa al vaccino. Il vaccino è provato essere lo strumento che riduce di molto gli effetti sistemici e i sintomi più gravi; il Lantigen B promette a sua volta di essere il farmaco che ci aiuta a non infettarci”.