La pasta, l’alimento base della dieta mediterranea e il must have per eccellenza nelle tavole degli italiani, sceglie di andare incontro alle esigenze del pianeta. Lo dimostra il fatto che tutto il comparto della produzione di questo straordinario e fondamentale alimento investe ogni anno qualcosa come mezzo miliardo di euro per diventare sempre di più sostenibile e per non pesare sulla salute della Terra. In questo senso, infatti, il trend è ormai segnato e lo indicano i consumatori: quasi nove su dieci, secondo una ricerca di Unione Italiana Food, dichiarano di prestare attenzione agli aspetti di sostenibilità quando sono al supermercato.

E così la produzione della pasta sceglie di avere un impatto ambientale basso: per una porzione di pasta di 80 grammi e un’impronta ecologica minima, sono consumati appena 150 grammi di CO2 equivalente. Insomma, i pastai puntano decisamente su innovazione e qualità, investendo il 10% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo per rendere gli impianti più moderni e sicuri e la pasta sempre più sostenibile, logicamente senza tralasciare in alcun modo la qualità. Il feedback, in questo senso, arriva dai consumatori, con il 20% che si dichiara disposto a spendere di più per un investimento nel segno della sostenibilità. Se i produttori fanno la loro parte, è chiaro che sono sempre di più i consumatori che decidono di mettersi in gioco, complici anche gli aumenti dei costi energetici e la necessità di essere sempre meno impattanti sul pianeta. Bastano piccole accortezze: usando il coperchio durante la fase di ebollizione si accelerano i tempi di cottura risparmiando fino al 6% di energia ed emissioni di CO2 equivalente, cuocendo la pasta con 700 ml di acqua, invece del classico litro per 100 grammi, si risparmia oltre il 30% di acqua, e si riducono del 13% energia ed emissioni, per non parlare della cottura passiva e dei suoi comprovati risparmi. Se tutti seguissimo questi tre semplici accorgimenti ogni volta che cuciniamo la pasta risparmieremmo in un anno fino a 44,6 chilowattora, 13,2 chili di CO2 equivalente e 69 litri di acqua. E se queste indicazioni fossero poi seguite a livello globale, i risultati, logicamente, sarebbero esorbitanti e il pianeta ne gioverebbe.