Li chiamano “Generazione Google”, nativi digitali autentici esperti di tutto quanto concerne i social network e i contenuti da creare, abilissimi con Tik Tok e le altre piattaforme. Eppure, incredibile ma vero, in difficoltà con un oggetto che, in teoria, dovrebbero conoscere come le loro tasche: il computer. Il motivo lo spiega la professoressa Tiziana Bassi, consulente e docente di informatica, nonché autrice del libro “Excel senza segreti: l’informatica per tutti per smettere di litigare con Excel”:

“Qualche anno fa avevo la convinzione che la formazione in campo informatico sarebbe diventata superflua. Mi sono ritrovata, invece, in una realtà completamente diversa. Facendo alcune docenze a ragazzi di scuole professionali mi sono resa conto che avevano una grande dimestichezza nell’utilizzo dei cellulari, sapevano navigare in scioltezza, cercare informazioni, utilizzare i social o fare video ma la maggior parte di loro, messi davanti a un computer non aveva la stessa scioltezza. Ma non solo. Spesso mi sono sentita chiedere: ‘Va bene se seguo il corso Excel con il tablet o con il telefono?’. Ma no che non va bene! Come fai a lavorare su un foglio elettronico utilizzando una tastiera virtuale che ti copre mezzo schermo? E come fai a utilizzare i comandi che richiedono l’utilizzo di un mouse?”. Un tema tutt’altro che secondario, soprattutto se si guarda il fenomeno a più ampio raggio. Basti prendere in considerazione il mondo del lavoro: la maggior parte delle aziende richiede una buona conoscenza del pacchetto Office, cosa che, in questo momento, questi giovani non hanno. E al momento della ricerca del lavoro, questa carenza può risultare davvero compromettente. Non che le cose vadano meglio per gli adulti che, anche se sanno maneggiare meglio il pc, spesso si affidano al fai da te, “rubando” nozioni qua e là, con il conseguente rischio di lavori non eseguiti correttamente e di perdite di tempo. In tutto questo, per la professoressa Bassi una soluzione potenzialmente c’è: “Sono ancora troppo poche le aziende che capiscono che i soldi per la formazione non sono un costo ma un investimento e che il recupero di tempo ed efficienza, ripaga in larghissima misura il denaro impiegato. Senza contare il fatto che ci sono varie possibilità di fare corsi finanziati da vari fondi sia italiani e sia europei. Solo in questo modo possiamo colmare questo gap che riguarda tanto i nativi digitali quanto gli adulti”.