Quando si tratta di prendere una decisione, c’è chi sceglie in base alle proprie aspettative su quello che potrebbe accadere, e chi è invece più scettico e preferisce toccare con mano la realtà prima di agire. Ma da cosa dipendono questi diversi orientamenti? Un gruppo di ricerca dell’Università di Bologna ha indagato perché, anche di fronte allo stesso ambiente e alle stesse informazioni, le persone percepiscono stimoli e prendono decisioni in maniera diversa. Lo studio – pubblicato sulla rivista Progress in Neurobiology – mostra che queste differenze dipendono dal modo in cui si connettono tra loro diverse regioni del cervello. Un campione di 68 persone è stato sottoposto a un compito di percezione visiva.

I partecipanti dovevano riconoscere nel più breve tempo possibile un elemento che appariva su uno schermo, dopo aver ricevuto un'informazione in merito alla probabilità che lo stimolo venisse o meno presentato. Nel frattempo, le oscillazioni delle loro onde cerebrali venivano registrate tramite elettroencefalografia (EEG) ad alta densità. L'esperimento ha permesso di isolare i processi chiave che avvengono quando ci aspettiamo qualcosa a livello percettivo. In particolare, i ricercatori hanno osservato che le aspettative visive non aumentavano l'accuratezza con cui lo stimolo veniva percepito, ma modulavano la componente soggettiva della decisione. I partecipanti, insomma, "vedevano" lo stimolo proprio nelle occasioni in cui si aspettavano di vederlo, sia che questo effettivamente comparisse o meno. Gli studiosi hanno individuato due strategie decisionali distinte. Da un lato ci sono i "credenti", più propensi a orientare le proprie scelte in funzione delle aspettative, e dall'altro gli "empiristi", che considerano in maniera minore queste informazioni nel momento in cui devono prendere una decisione.