Obesità e funzionamento della tiroide: uno studio italiano, che vede la partnership tra l’istituto di biochimica e biologia cellulare del Cnr e La Sapienza di Roma, pubblicato sul prestigioso Journal Molecular Endocrinology, ne dà conferma. La correlazione tra l’estremo sovrappeso e i problemi alla tiroide esiste. E non può essere sottovalutata.

Ad entrare maggiormente nel dettaglio è l’autore della ricerca, Donato Civitareale: “Abbiamo constatato che il segnale generato dagli adipociti, le cellule che immagazzinano il grasso corporeo, interferisce con i fattori di trascrizione delle cellule follicolari della tiroide, ovvero con le proteine che sono responsabili dello sviluppo embrionale della ghiandola e del mantenimento delle sue funzionalità in età adulta. La proteina Ttf-2 (Thyroid Transcription Factor 2) ha un ruolo fondamentale sia nello sviluppo che nell’omeostasi della ghiandola tiroidea, cioè nella sua capacità di autoregolarsi per un corretto funzionamento”. In altre parole, chi soffre di forme di obesità, e stiamo parlando del 59% degli adulti europei, con un numero sempre più crescente di bambini in sovrappeso (altro problema da non sottovalutare in alcuna maniera), corre maggiormente il rischio di essere esposto a malattie della tiroide. “Diversi studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato che l’ipotiroidismo - un anomalo funzionamento della ghiandola causato da una sua ridotta capacità di produzione degli ormoni specifici - e il cancro della tiroide, nonché la presenza di noduli tiroidei e del gozzo, sono più frequenti in pazienti con valori elevati di massa corporea. Le prove sperimentali mostrano come le secrezioni di molecole generate dagli adipociti inibiscano l’attività di Ttf-2” spiega poi Civitareale, concludendo quindi così: “L’inibizione dell’attività di questa proteina, causata dagli adipociti, sarebbe uno dei primi segnali biochimici che portano a un’alterazione dell’espressione genica e, come detto, dell’omeostasi tiroidea”. Ma la speranza per il prossimo futuro è quella trovare nella ricerca una sponda vincente: “Confidiamo che in futuro questo risultato potrà condurci all’identificazione di strategie farmacologiche in grado di contrastare gli effetti nocivi dell’obesità sulla tiroide” spiega il ricercatore.