Il metabolismo del ferro ha un ruolo chiave nella degenza da Covid-19 e nel Long – Covid. La scoperta arriva dall’Abruzzo, grazie al lavoro di un team di ricercatori dell’Università di Teramo e dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. I ricercatori hanno infatti individuato un’alterazione di proteine fondamentali per il metabolismo del ferro nei pazienti infetti dal SARS-CoV-2 e anche in pazienti affetti dal Long-Covid, condizione che si presenta in un’ampia percentuale di pazienti che manifestano una sintomatologia variabile anche dopo la risoluzione dell’infezione.

Studiando le cellule del sangue di questi pazienti i ricercatori hanno evidenziato significativi cambiamenti dei livelli delle proteine coinvolte nel metabolismo del ferro. Gli autori del lavoro spiegano come tali proteine sarebbero responsabili di un duplice meccanismo: da una parte di contrastare gli effetti dell’alterazione del metabolismo del ferro dovuti all’infezione e dall’altra di attivare la 5-lipossigenasi. Questo enzima rappresenta, insieme alla cicloossigenasi, il principale bersaglio di molecole anti-infiammatorie impiegate a scopo terapeutico. L’attivazione dell’enzima risulterebbe così coinvolta nell’eccessivo rilascio di mediatori dell’infiammazione responsabili della famosa tempesta citochinica molto pericolosa nelle forme gravi di Covid-19. Il lavoro, pubblicato dalla prestigiosa rivista International Journal of Molecular Science evidenzia nuovi aspetti e individua possibili nuovi biomarcatori da indagare ulteriormente per la patologia Covid-19 e per il Long-Covid, oltre ad aprire alla ricerca verso nuove strategie terapeutiche.