Nel 2022 il 69,9% delle piccole e medie imprese adotta almeno 4 attività digitali su 12 (69,1% in Ue27), con il ricorso al lavoro da remoto che nel 2022 ha coinvolto oltre 7 imprese su 10 influendo sull’aumento della quota di imprese con almeno 10 addetti che dispongono di documenti su misure, pratiche o procedure di sicurezza informatica (48,3%, rispetto al 34,4% nel 2019; 37% la quota in Ue27).

Sono i dati diffusi dall’Istat nel suo report sulla situazione dell’ICT nelle imprese, che si basa su 12 caratteristiche specifiche che contribuiscono alla definizione dell’indicatore composito di digitalizzazione denominato Digital Intensity Index (DII), utilizzato per identificare le aree nelle quali le imprese italiane ed europee incontrano maggiori difficoltà. La cybersecurity preoccupa il 45,1% delle imprese più grandi, che per difendersi hanno stipulato un’assicurazione contro gli incidenti informatici. Tra le imprese di minore dimensione la quota è del 14,4% (rispettivamente 44,6% e 22,6% in Ue27). Rimangono relativamente stabili rispetto al 2020, invece, l’adozione di robotica e l’impiego di specialisti ICT: sono l’8,7% le imprese con 10 addetti e più che utilizzano robot (6,3% la media Ue27; erano l’8,8% nel 2020); il 74,9% delle imprese con almeno 10 addetti considerano l’impatto ambientale nella scelta di strumenti informatici (58,4% in Ue27), mentre sono 59,9% quelle che combinano anche l’adozione di misure che incidono sul consumo di carta o di energia dell’ICT (48,7% in Ue27); sono il 13,4% le imprese con 10 addetti e più che impiegano specialisti ICT (21% la media Ue27; erano il 12,6% nel 2020).