Stavano morendo, stavano diventando delle vere e proprie “ghost town”, erano destinate all’oblio e all’essere cancellate per sempre dalla storia. Poi, in un modo o nell’altro, è arrivato il loro riscatto; in certi casi, inoltre, sarebbe più giusto parlare di resurrezione. Sono i borghi, gli spazi rurali preda dello spopolamento, i castelli a rischio crollo, i paesi distrutti dal terremoto rinati grazie a una sapiente riqualificazione. E, la maggior parte di questi, sono proprio in Italia.

Scopriamone alcuni. In Molise, Castel del Giudice sembrava condannato a sopperire sotto quello spopolamento tipico delle zone interne dell’Appennino, se non fosse che il sindaco Lino Gentile, chiamando a raccolta abitanti, imprenditori, istituzioni e persone legate al paese, ha dato il via ad una strategia di sviluppo sostenibile partecipata, che ha riacceso la speranza, trasformando la marginalità in un laboratorio di rinascita delle aree interne, che vede il suo simbolo nell’albergo diffuso Borgotufi. Tra Assisi e Spoleto c’è invece Campello Alto, violentemente colpito dal terremoto del 1997, ma rilanciato grazie al senso di appartenenza dei suoi abitanti. Di riscatto naturale si può parlare per i Laghi Nabi, la prima oasi della Campania, in provincia di Caserta, passati dall’essere cave di sabbia abusive a luogo protetto in cui la natura è padrona incontrastata e dove è possibile fare esperienze nel segno del turismo sostenibile. Il Podere Millepioppi si trova a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma. E nonostante si trovi in Emilia, questa area fu confiscata alla mafia, venendo quindi consegnata all’associazione Libera. All’interno del podere è stato recentemente lanciato il Museo del Mare Antico dell’Emilia; un gioiellino che merita una visita. Nel 1965, con la morte del Conte Salvadego, si pensava che il castello di Padernello, nella Bassa Bresciana, avrebbe seguito il destino del suo proprietario, complice inoltre un crollo nel 2002 a causa dell’incuria. Un campanello d’allarme che, però, rappresentò la sua rinascita. Oggi, infatti, è uno dei castelli più vivi, dal punto di vista culturale, della Lombardia.