Lo sappiamo tutti: sui giornali e sul web ogni tre per due ci viene ricordato che a fine marzo bisognerà portare le lancette avanti di un’ora per il ritorno dell’ora legale. Spesso, quando si parla di ora legale, l’unica cosa che si dice è “si dormirà un’ora in meno”. Che, effettivamente, è vero. Ma l’ora legale è anche molto altro; soprattutto, è una buona notizia per i consumi energetici. Con l’ora legale, infatti, c’è un innegabile beneficio derivante della luce naturale per un’ora in più nel pomeriggio, che riduce la necessità dell’illuminazione artificiale.

In altre parole, questa componente, da marzo a ottobre permette di ridurre i consumi; che, di questi tempi, è tutto fuorché una cattiva notizia. Per darci un’idea di quanto possa essere il risparmio con l’ora legale, basti pensare che, se adottata per tutto l’anno, secondo uno studio condotto dal Centro Studi di Conflavoro PMI, l’ora legale consentirebbe un risparmio di 2,7 miliardi di euro. E questo per il solo 2023. Sono in tanti, infatti, che considerano il mantenimento dell’ora legale la soluzione a molteplici questioni anche ambientali. La Società Italiana di Medicina Ambientale ha proposto di mantenere l’ora legale tutto l’anno perché il risparmio energetico dovuto all’ora legale ridurrebbe le emissioni di CO2 per una quantità pari a 200mila tonnellate nel corso di un anno. A livello di risparmio economico saremmo sui 70 milioni di euro, per non parlare poi dei benefici per la salute. Secondo il Codacons, inoltre, l’80% degli italiani sarebbe d’accordo sull’abolizione del cambio dell’ora. Inevitabilmente, ci saranno delle conseguenze sull’umore con l’ora legale (non fosse altro per i più pigri che potranno riposare sessanta minuti in meno, magari alzandosi col broncio). Però, è anche vero che l’arrivo della primavera non può che portare in dote il benessere e le sensazioni tipiche della stagione, ovvero l’antidoto al malumore.