Che la cucina italiana, con tutto il suo portato di saperi, competenze ed esperienze, sia un patrimonio è un dato di fatto. Ora è stato avviato l’iter affinché su questo arrivi un riconoscimento ufficiale: la cucina italiana è stata infatti ufficialmente candidata a patrimonio culturale immateriale Unesco. Le ragioni della candidatura, primo passaggio di un iter di valutazione che dovrebbe concludersi al più tardi a fine 2025, sono state illustrate il 19 giugno in un convegno all’Università di Parma.

 La cucina italiana patrimonio Unesco? il titolo dell’appuntamento, organizzato dall’Ateneo in collaborazione con la Fondazione “Parma, Città Creativa Unesco per la Gastronomia” e il Comune di Parma. «Ci fa molto piacere ospitare qui la presentazione di questa candidatura - ha spiegato in apertura il Rettore Paolo Andrei - anche perché tutto l’ambito “food” è per il nostro Ateneo un vero asset strategico. L’Università di Parma è, e sta sempre più diventando, punto di riferimento in materia di alimenti e nutrizione, forte anche della collocazione al centro della Food Valley: questo nella piena consapevolezza del ruolo cruciale delle filiere agroalimentari come motore di sviluppo e fulcro di una strategia di sistema territoriale di area vasta, nella quale la collaborazione pubblico-privato è fondamentale. Su questi temi Parma e la sua Università possiedono un know how indiscusso, costruito nel tempo, che può essere una risorsa preziosa anche per questa candidatura». Il Sindaco Michele Guerra si è soffermato sul valore culturale della cucina italiana. «Ogni tanto persino in una città come Parma si fa ancora fatica a intendere i temi del food come temi prettamente e schiettamente culturali. Occorre invece riuscire a riportare questa esperienza in una promozione culturale ampia», ha detto, sottolineando poi che «tutte le città italiane dovrebbero fare ciò che avviene qui: presentare il dossier, con tutti gli stakeholder, perché poi ognuno nei confini del proprio contesto possa farne tesoro e proporlo ai cittadini, in quell’ottica larga che permette di capire che quando parliamo di cultura italiana parliamo anche di cucina. Parma è vicinissima a questa candidatura e continueremo a fare ciò che è in nostro potere fare per promuoverla, sperando poi che nel 2025 arrivi la notizia che tutti aspettiamo».