Nel primo trimestre, il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato grazie al rallentamento della dinamica dei prezzi. La propensione al risparmio, pur continuando a ridursi in termini tendenziali, ha segnato un incremento in termini congiunturali. Le condizioni del mercato del lavoro sono rimaste favorevoli.

A maggio, si è confermata la crescita dell’occupazione e il tasso di disoccupazione è diminuito a fronte di una stabilità di quello di inattività. Si è ridotto ulteriormente a giugno il differenziale positivo dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) tra l’Italia e l’area euro, anche per effetto del forte rallentamento della componente dei listini dell’energia nel nostro Paese. Gli indicatori di fiducia mostrano segnali discordanti. A giugno, l’indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato, con un miglioramento diffuso a quasi tutte le componenti, mentre la fiducia delle imprese ha segnato una leggera flessione. È quanto emerge dalla nota mensile sull'andamento dell'economia italiana dell’Istat. In particolare, nel primo trimestre, il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato del 3,1% in termini congiunturali, grazie al forte rallentamento della dinamica dei prezzi (+0,1% il deflatore implicito dei consumi). La propensione al risparmio, pur continuando il suo calo in termini tendenziali, ha segnato un incremento in termini congiunturali, attestandosi al 7,6% (+2,3 punti percentuali), a fronte di una crescita della spesa per consumi finali (+0,6%) più contenuta rispetto a quella del reddito lordo disponibile (+3,2%). Le condizioni del mercato del lavoro sono rimaste favorevoli. A maggio, si è confermato l’incremento dell’occupazione che ha portato il numero di occupati a 23milioni 471mila. L’aumento ha coinvolto tuttavia solo gli uomini (+0,4%), principalmente i 25-34enni (+1,7%) e in forma più contenuta coloro che hanno almeno 50 anni (+0,1%). L’analisi qualitativa per posizione professionale mostra che l’occupazione è cresciuta solo tra gli autonomi, rimanendo sostanzialmente stabile tra i dipendenti permanenti e calando tra quelli a termine (Figura 5). Nello stesso mese, il tasso di occupazione è salito al 61,2%, (+0,1 punti rispetto ad aprile e +1,1 punti rispetto a maggio 2022) e il numero di disoccupati è diminuito rispetto al mese precedente dell’1,7%, per effetto di una flessione che ha coinvolto uomini, 25-34enni e maggiori di 50 anni di età. Da maggio 2022 il numero di disoccupati è diminuito di 98mila unità. Il tasso di disoccupazione totale è calato al 7,6% a maggio mentre è aumentato quello giovanile che si è attestato al 21,7%.