Il Consiglio dei Ministri ha dato il 25 gennaio ha dato il via libera a un disegno di legge che impone multe fino a 50mila euro per garantire maggiore trasparenza nelle operazioni commerciali con finalità benefiche. Questa stretta, contenuta nel disegno di legge approvato, mira a garantire che le operazioni commerciali volte al sostegno di cause benefiche siano trasparenti e responsabili. Secondo quanto stabilito nel testo, sarà obbligatorio indicare sui prodotti le finalità dei proventi e il destinatario della beneficenza, insieme all'importo o alla quota destinati a tale fine. Queste informazioni dovranno essere comunicate anche all'Antitrust prima della commercializzazione.

Le sanzioni, che andranno da 5mila a 50mila euro, saranno determinate "in ogni singolo caso", prendendo come riferimento il prezzo di listino di ogni prodotto e il numero di unità messe in vendita. Inoltre, nei casi di minore gravità, la sanzione potrà essere diminuita fino a due terzi. Le sanzioni saranno gestite dall'Autorità Antitrust e saranno pubblicate non solo su una sezione dedicata del sito istituzionale del Garante per la concorrenza, ma anche sui siti dei produttori o dei professionisti responsabili, inclusi gli influencer. Questi ultimi saranno anche tenuti a pagare le spese per la pubblicazione su uno o più quotidiani, oltre che attraverso altri mezzi ritenuti opportuni per informare compiutamente i consumatori. Il 50% delle sanzioni amministrative riscosse sarà destinato a iniziative di solidarietà, le quali saranno definite attraverso un decreto ministeriale che stabilirà i soggetti beneficiari, le modalità di riparto e le procedure di erogazione. Il provvedimento richiama neanche troppo da lontano il recente caso Ferragni-Balocco, tant'è che l'influencer è stata tra i primi a commentare: "Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo. Quanto mi è accaduto mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali". Secondo Ferragni, che ha sempre dichiarato di aver agito in buona fede, "questo disegno di legge consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall'altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura essere accusato di commettere un'attività illecita". Non soddisfatto invece il Codacons, per il quale "se da un lato è corretto applicare le norme sulla trasparenza anche agli influencer, dall'altro è evidente che per tali soggetti è impossibile realizzare una separazione netta tra attività benefiche e attività commerciali. Gli influencer, infatti, si arricchiscono lanciando operazioni di solidarietà sui social, attraverso un incremento di follower e interazioni che fa crescere il loro potere commerciale e, di conseguenza, i loro guadagni".