L’Italia non è uguale per tutti: non lo è nelle prestazioni del welfare, né sul piano sociale ed economico. Meno di un quinto dei cittadini ritiene che il Welfare pubblico garantisca oggi tutte le prestazioni di cui c’è bisogno nella propria regione. I servizi sociali, la sanità, la scuola sono garantiti nella dimensione strettamente essenziale, nella percezione del 43%. Ma il 38% afferma che non sono più erogati oggi neanche i servizi fondamentali, con un dato che sale al 58% al Sud, dove è la sanità a rappresentare la dimensione più problematica. Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis per Fondazione Con il Sud, i cui risultati sono stati presentati dal presidente di Con il Sud Stefano Consiglio e dal direttore di Demopolis Pietro Vento. Le “Italie” sono almeno 2. A livello nazionale, il 58% degli italiani promuove i servizi pubblici, nette sono le differenze territoriali: se il 70% dei residenti nel Nord promuove i servizi pubblici nel proprio territorio, il dato si riduce al 39% nel Sud e nelle Isole, dove il 61% dei cittadini è del tutto insoddisfatto.

Su un dato, rilevato da Demopolis, esiste davvero un’unica Italia: la percezione di inefficacia dei fondi del Pnrr che rischia di divenire un’occasione mancata. Solo il 16% degli italiani (il 17% al Nord, il 14% al Sud) ritiene che le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, assegnate all’Italia dall’Unione Europea, saranno spese in modo efficace per far ripartire il Paese. Per i due terzi non sarà così. E, guardando agli obiettivi, il 43% degli intervistati immagina che il Pnrr riuscirà a dotare il Paese di infrastrutture all’avanguardia, ma meno di un quarto confida che possa diminuire il divario tra Nord e Sud, e appena un quinto immagina che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza possa contenere l’emigrazione delle giovani generazioni verso il Nord o l’Estero. Mentre avanza l’iter parlamentare sul DDL varato dal Governo, la Riforma dell’Autonomia differenziata ottiene nel Paese valutazioni in chiaroscuro: il 53% degli italiani ritiene che sia inopportuna e sbagliata, perché favorirebbe solo le regioni più ricche. È del 35% il segmento che la ritiene necessaria e urgente, perché aiuterebbe tutte le regioni. A pesare sul giudizio dell’opinione pubblica è innanzi tutto la percezione di quanto l’attuazione dell’Autonomia differenziata possa incidere sulla qualità dei servizi erogati nella regione di residenza. I due terzi degli intervistati a Nord prevedono un impatto positivo della Riforma, ma è solo il 38% ad ipotizzarlo per il Centro Italia ed appena l’11% per il Mezzogiorno. La ricerca di Demopolis per Fondazione Con il Sud conferma un divario di sviluppo che in Italia, a differenza di quanto accaduto in altri Paesi europei, non è mai stato colmato e si è addirittura progressivamente aggravato. Il 45% sostiene che il divario si sia aggravato negli ultimi 5 anni, con una percezione che, fra i residenti nel Mezzogiorno, sale al 60%.