ITALIA-GERMANIA E LA CULTURA CHE UNISCE
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- Redazione
Può darsi che in Europa non esistano due paesi più differenti che l’Italia e la Germania: per la loro storia, il paesaggio, la lingua, la cucina, persino il modo di giocare a calcio. Eppure – forse perché queste differenze si sviluppano comunque nello stesso grande contesto europeo – l’attrazione reciproca tra i due popoli è scritta nella storia. E sui libri. Una dimostrazione evidente arriverà da questo ciclo d’incontri, in cui si spazierà dalla secolare fascinazione che i tedeschi hanno sempre provato per la Sicilia (da Federico II a Goethe), raccontata da Pietrangelo Buttafuoco e Antonio Franchini, alla più recente attrazione esercitata da Berlino sui giovani autori italiani, “confessata” da Andrea Bajani e Mario Desiati
. Ma il dialogo tra Italia e Germania, alla Buchmesse toccherà anche molti altri territori, come la ricerca comune di un nuovo grande romanzo europeo (con Vincenzo Latronico e Gianluigi Simonetti). Dopo decenni trascorsi in modo relativamente tranquillo e solido, il mondo sembra tornato a “strapparsi” su diversi piani della realtà: i conflitti che aprono crepe nel tessuto geopolitico, le crisi che ne mettono in crisi la salute economica, le tensioni che attraversano il contesto sociale, generazionale, religioso. E se lo strumento migliore per ricucire questi strappi fosse la cultura? Se lo chiederanno e lo proporranno gli ospiti di un ciclo di incontri in Arena, ragionando sul ruolo storico e contemporaneo degli intellettuali (Marina Valensise e Marcello Veneziani), della politica (Alessandro Campi e Andrea Romano), della religione (rav Scialom Bahbout e monsignor Francesco Moraglia), del libro come veicolo universale e tecnologico di cultura (Umberto Vattani e Massimo Bray), della formazione (con Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II di Napoli, che nel 2024 compie 800 anni) oltre che sul secolare rapporto tra Europa e Russia, di nuovo messo a repentaglio dall’invasione dell’Ucraina (Gennaro Malgieri e Luciano Mecacci).