È un’epoca molto complessa quella nella quale viviamo, e il carattere comune delle sfide del nostro tempo ci impone di ragionare in un modo completamente nuovo. La ferita inferta al sistema internazionale fondato sulle regole dalla guerra d’aggressione russa all’Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, e come un domino sta contribuendo a riaccendere, o far detonare, altri focolai di crisi”

. Così la premier Giorgia Meloni nel suo intervento alla settantanovesima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Parlando nella notte italiana tra il 24 e il 25 settembre, il capo del governo ha sottolineato che “I sistemi politici democratici affrontano insidie inedite. La frammentazione geo-economica cresce con conseguenze con le quali tutti dobbiamo fare i conti, ma soprattutto devono farci i conti le Nazioni più fragili. Il cammino per la riduzione delle emissioni ambientali è ad un bivio, stretto tra approcci ideologici e scarsa solidarietà, soprattutto dei principali emettitori di gas a effetto serra. La scarsità di acqua e di energia – ha aggiunto Meloni - incidono sempre più profondamente sullo sviluppo, sulla sicurezza alimentare, sulla stabilità sociale e di intere comunità. L’utilizzo strumentale della fede religiosa diventa fattore di tensione o, peggio, fattore di persecuzione: sono milioni nel mondo le persone che soffrono a causa della loro professione di fede, e al primo posto come vittime ci sono i cristiani”. “Assistiamo al dirompente avvento dell’intelligenza artificiale generativa – ha continuato Meloni - una rivoluzione che pone interrogativi del tutto inediti. Anche se non sono certa che dovremmo chiamarla intelligenza: intelligente è chi fa le domande, non chi dà le risposte processando i dati. In ogni caso, si tratta di una tecnologia che, a differenza di tutte quelle che abbiamo visto nel corso della storia, disegna un mondo nel quale il progresso non ottimizza più le competenze umane, ma può sostituirle, con conseguenze che rischiano di essere drammatiche soprattutto nel mercato del lavoro, verticalizzando, concentrando ancora di più la ricchezza. Non a caso l’Italia ha voluto che questo tema fosse al centro della sua presidenza del G7, perché vogliamo fare la nostra parte nella definizione di una governance globale dell'intelligenza artificiale, che sia capace di conciliare innovazione, diritti, lavoro, proprietà intellettuale, libertà di espressione, democrazia. Questa complessità, animata da sfide che sono profondamente interconnesse tra loro, ci dice prima di tutto una cosa: i problemi cosiddetto del Sud Globale sono anche i problemi del Nord del mondo, e viceversa. Non esistono più blocchi omogenei, e l’interdipendenza dei nostri destini è un fatto. Per questo siamo chiamati a ragionare fuori dagli schemi che abbiamo conosciuto nel passato”.