Sono più di 2,2 milioni le famiglie in povertà assoluta, con un'incidenza pari all'8,4% rispetto al totale delle famiglie residenti. Il dato, reso noto dall’Istat, è relativo al 2023 ed è sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, nonostante l'andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno). A pesare, fa notare l’Istituto di statistica, l'impatto dell'inflazione, con la crescita dei prezzi al consumo che è risultata ancora elevata (+5,9%).

L'incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta nel Mezzogiorno (dove coinvolge il 10,2% delle famiglie), seguita dal Nord-ovest (8%) e Nord-est (7,9%), mentre il Centro conferma i valori più bassi (6,7%).  L'incidenza di povertà assoluta colpisce anche i minori, attestandosi al 13,8% (quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi, dal 13,4% del 2022), ed è il valore più elevato della serie storica dal 2014, mentre è all'11,8% fra i giovani di 18-34 anni (pari a circa 1 milione 145mila individui, stabile rispetto al 2022). Per i 35-64enni si conferma al 9,4%, anch'esso valore massimo raggiunto dalla serie storica. Sostanzialmente invariata è anche l'incidenza di povertà assoluta fra gli over 65 (6,2%, quasi 887mila persone). L'incidenza di povertà assoluta si conferma poi più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: raggiunge il 20,1% tra quelle con cinque e più componenti e l'11,9% tra quelle con quattro. Invariati anche i valori dell'incidenza delle famiglie di tre componenti (8,2%). Il disagio più marcato si osserva per le famiglie con tre o più figli minori, dove l'incidenza arriva al 21,6%; e, più in generale, per le coppie con tre o più figli (18,0%). Anche per le famiglie di altra tipologia, dove spesso coabitano più nuclei familiari e/o membri aggregati, si osservano valori elevati (15,9%), così come per le famiglie monogenitoriali (12,5%).