La “nomofobia” (dall’inglese “no mobile phobia”, cioè l’incapacità di separarsi dal proprio smartphone)? Rovina le relazioni familiari e di coppia. E può diventare ancora più sgradevole in occasione delle festività natalizie, quando ci si dovrebbe riunire per i più tradizionali momenti conviviali. La cura? Può arrivare dal gioco.

Per comprendere le dimensioni del problema, basti pensare che, secondo una recente indagine di Livewire, condotta in tre mercati di riferimento (USA, Regno Unito e Australia) su un campione complessivo di 1.500 persone giovani, (tra i 18 e i 45 anni, di entrambi i sessi), tre intervistati su quattro in media menzionano il giocare a videogame sullo smartphone come la principale attività che svolgeranno durante le feste, mentre lo “scrollare” le schermate dei social media si posiziona al terzo posto. Una possibile soluzione per evitare che pranzi e cene delle feste vedano la maggior parte dei presenti a tavola con gli occhi fissi sullo schermo del proprio telefonino?  Gli esperti sono convinti che le attività da svolgere insieme, all’interno di un nucleo familiare, possano essere un utile antidoto. Soprattutto se in grado di stimolare creatività, condivisione e relazione. I giochi (da tavolo e non) sono forse la migliore alternativa per disconnettersi e ritrovare l’armonia e la gioia del condividere momenti di divertimento e spensieratezza. In particolar modo a Natale, la ricorrenza per eccellenza dedicata allo stare insieme. “L’importanza di questi momenti conviviali è quella di riunire tutta la famiglia – sostiene il sociologo ed esperto di comunicazione di massa Saro Trovato, fondatore del portale Libreriamo.it – Sono occasioni che non vanno sprecate. Il telefonino, oggi, è come un terzo incomodo all’interno di ogni relazione. Questo alimenta una disconnessione dai rapporti umani. Si rischia di diventare impassibili ed emotivamente non disponibili poiché lo smartphone crea una barriera. All’opposto, invece, il gioco e le attività da svolgere ‘in società’, hanno effetti estremamente positivi. Innanzitutto, uno dei motori della nomofobia è la noia. Ma anche il gioco combatte la noia e, a differenza di molte attività digitali, lo fa invitandoci a partecipare attivamente e in prima persona, a confrontarci con gli altri, a costruire relazioni. Poi ci sono elementi come lo stimolo della creatività e del pensiero che sono importantissimi. Molte ricerche nazionali e internazionali ci confermano che il cervello è un organo che, co