Il governo italiano non prende ordini da nessuno: non da Elon Musk, tantomeno da Javier Milei sull’accordo Ue-Mercosur. Il 18 dicembre, in replica al Senato sulle comunicazioni in vista del Consiglio Europeo, Giorgia Meloni risponde a diverse sollecitazioni soprattutto di politica estera, e legate ai suoi rapporti con personalità importanti come il fondatore di Tesla. E premette: “Quella di Musk è diventata una questione dopo il sostegno a Trump. Prima non lo era”.

Ad ogni modo, aggiunge, “abbiamo visto per tanti anni leader italiani che quando avevano un buon rapporto con qualcuno all’estero pensavano di dover seguire pedissequamente quello che facevano. Io sono libera e non prendo ordini da nessuno: posso essere amica di Elon Musk e presidente di un governo che ha fatto una legge per regolamentare l’attività dei privati nello spazio”. E alle opposizioni rivolge anche una battuta sarcastica: “Sentirvi difendere l’Italia dalle ingerenze straniere, avervi fatti diventare nazionalisti, lo considero il più grande successo di Elon Musk, più di essere arrivato sulla Luna”. Ma c’è anche Milei, il presidente ultraliberista ricevuto pochi giorni fa a Roma, in coincidenza con il no dell’Italia all’accordo tra Europa e Mercosur: qui Meloni, nel rispondere a Matteo Renzi, ricorda quando l’ex premier “era amico di Obama e indossava lo stesso cappotto: io ricevo Milei non porto le stesse basette”. E sull’accordo di libero scambio “non sto né con Coldiretti né con Milei, sto con l’Italia, come sempre: noi chiediamo di sapere che cosa la Commissione europea ha in mente di fare per compensare gli squilibri che si potrebbero creare negli accordi sul Mercosur, la nostra decisione finale è sottomessa a questa risposta". I momenti più caldo della mattinata in Senato, però, sono prima lo scontro con il Movimento 5 Stelle, e ancora una volta sulla questione superbonus, con i senatori pentastellati che escono dall’aula per protesta: “A M5S do due numeri: 30 miliardi di euro sono i soldi che abbiamo messo in questa manovra, 38 miliardi sono i soldi che ci costerà il superbonus solo quest’anno; quindi, non ci venite a spiegare dove mettere i soldi”. L’altro è la risposta al Partito democratico sulla nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza della Commissione Ue. “Gli italiani sappiano che il commissario italiano e vicepresidente della Commissione è stato preso in ostaggio per far eleggere il commissario spagnolo: è un fatto gravissimo. La Lega ha sostenuto Raffaele Fitto, pur non appoggiando la Commissione. Il Partito democratico invece ha accettato che il commissario italiano fosse preso ostaggio”.