“In questo contesto ‘rendere giustizia’ si è fatto più difficile e richiede al giudice la ferma osservanza di alcuni principi basilari: la ricerca di soluzioni saldamente ancorate al diritto positivo in ossequio al principio costituzionale di soggezione esclusiva alla legge; il rispetto del riparto delle attribuzioni previsto dalla Carta fondamentale; la leale collaborazione con i vari poteri e organi dello Stato; senso di responsabilità e dell’autolimite; attenzione al contenuto e all’incidenza concreta della norma nella soluzione del singolo caso concreto”. Così, il 24 gennaio, la prima presidente della Corte di cassazione, Margherita Cassano, nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

Tra i temi affrontati nella relazione, quello del lavoro irregolare, “una delle cause principali delle lesioni o delle morti sul lavoro. Nei primi undici mesi del 2024 gli infortuni mortali sono stati mille (+32 rispetto allo stesso periodo del 2023), mentre le denunce di infortunio sul lavoro sono state 543.039 (+0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023). In aumento del 21,7% rispetto al periodo precedente le patologie di origine professionale denunciate, pari a 81.671”. Poi, centrale nell’intervento della prima presidente della Cassazione è il tema della violenza contro le donne: “Nell’anno 2024, su un totale di 314 omicidi volontari (in calo dell’8% rispetto ai 340 dell’anno precedente e ai 328 del 2022), quelli maturati in ambito familiare o affettivo ammontano a 151 e in 96 casi hanno come vittima una donna”. Sono in progressivo, costante aumento nell’ultimo triennio i c.d. reati ‘spia’ (tra cui violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia, stalking), dei quali i femminicidi costituiscono spesso il tragico epilogo, nonché gli altri reati ricompresi nel c.d. ‘codice rosso’ (violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa + 18%; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti + 1%; costrizione o induzione al matrimonio + 21%; deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti + 3%). A loro volta le rilevazioni dell’Istat restituiscono un quadro composito in cui all’incremento delle chiamate al numero di aiuto nazionale antiviolenza e stalking (+37,3 % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) non corrisponde un aumento percentuale delle denunce o delle querele che anzi, nel 73% dei casi, non risultano presentate per varie cause, tra le quali assume preminente rilievo il timore delle reazioni dell’autore degli atti violenti (37,5%).