Al 1° gennaio 2024 sul territorio italiano sono presenti quasi sei milioni di persone con background migratorio. Il periodo di crescita più rapida si è registrato dagli anni Duemila. Tra il censimento 2001 e il 31 dicembre 2011 gli stranieri residenti in Italia hanno contribuito all'incremento demografico, essendo aumentati di 2 milioni e 984mila unità nel quadro di un aumento del complesso della popolazione residente di 3 milioni e 5mila. E' quanto emerge dal 30° rapporto Ismu sulle migrazioni, presentato il 17 febbraio a Milano.

Negli anni successivi l'apporto migratorio netto è stato più modesto (circa 700mila unità tra il 1° gennaio 2012 e il 1° gennaio 2022) e si è rivelato insufficiente a compensare il calo della popolazione dovuto al decremento della componente con cittadinanza italiana. Fondazione ISMU ETS stima che al 1° gennaio 2024 gli stranieri presenti in Italia siano 5 milioni 755mila, in leggero calo (20mila in meno, -0,3%) rispetto alla stessa data del 2023. Il bilancio demografico del 2023 mostra una significativa crescita dei residenti: 5 milioni e 254mila unità rispetto ai 5 milioni 141mila dell'anno precedente (+113mila). Circa il 70% dei residenti è costituito da cittadini non comunitari. Continua il calo degli irregolari registrato dal 2019. In particolare, al 1° gennaio 2024 ISMU stima che questi ultimi si attestino sulle 321mila unità, cioè -137mila rispetto ai 458mila dell'anno precedente. La componente irregolare costituisce il 5,6% del totale dei presenti (nel 2022 erano il 7,9%). Nel 2023 restano sostanzialmente stazionari i “regolari non residenti”3, passati da 176mila a 180mila unità (+4mila). L'anno precedente il loro numero era sceso in maniera consistente, da 293mila a 176mila (-117mila). Il consistente e continuo aumento della popolazione straniera residente in Italia non è dovuto solo alle immigrazioni, ma anche alle nascite. Queste ultime, dopo il record storico di circa 80mila nati nel 2012, sono dimin