CINEMA, FRANCESCO LAGI IN CONCORSO A LOCARNO CON “IL PATAFFIO”
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- Redazione
Il 18 agosto vedrà il buio delle sale cinematografiche in tutta Italia, mentre da mercoledì 3 a sabato 13 agosto sarà in concorso alla settantacinquesima edizione del Locarno Film Festival. Stiamo parlando di “Il Pataffio”, l’ultimo film di Francesco Lagi tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Malerba. Nel cast spicca senza ombra di dubbio la presenza di Alessandro Gassmann nel ruolo di Frate Cappuccio e di Valerio Mastandrea nel ruolo di Migone, ai quali si aggiungono Lino Musella, Giorgio Tirabassi, Viviana Cangiano, Giovanni Ludeno, Vincenzo Nemolato e Daria Deflorian.
La trama del lungometraggio ci porta in un remoto medioevo immaginato, dove un improbabile gruppo di soldati e cortigiani capitanati dal Marconte Berlocchio e dalla sua fresca sposa Bernarda, arriva in un feudo lontano. Ma quel castello è un postaccio decrepito abitato da villani per niente disposti a farsi governare. Tra appetiti profani e sacri languori, militi sgangherati e poveri cristi, quello di Lagi risulta essere un racconto sulla libertà, la fame, il sesso e il potere. Una critica dei tempi moderni, delle parti più comuni e meno piacevoli della nostra società attraverso la “maschera” del Medioevo? A una domanda del genere non si può che rispondere dopo la visione dell’opera che, dicono i ben informati, è uno dei film più attesi dal pubblico e dalla giuria del Locarno Film Festival. Dopo la recenti produzione Netfilx “Summertime”, di cui è il regista delle tre stagioni della serie, e la direzione del documentario “Zigulì” in cui il regista ha affrontato il tema dell’autismo con un’empatia e una delicatezza sorprendenti, Lagi torna ora al cinema, confrontandosi con un’opera particolare, come ha spiegato lui stesso: “Incontrare il libro di Malerba è stato l’inizio di un viaggio in un altro mondo, un invito ad andare in un tempo e in un luogo che altrimenti non avrei mai visitato. Mi hanno fatto compagnia personaggi strampalati e struggenti che ho subito riconosciuto come nostri contemporanei”.