The KING of Panettone, lo presenta Forbes. Vincenzo Tiri, classe 1981, è uno tra i maggiori lievitisti italiani. Figlio d’arte, cresce nel laboratorio di famiglia tra lievito madre, farina, uova burro e zucchero e sin da piccolo si avvicina all’arte della lievitazione seguendo le orme dei suoi più grandi maestri: nonno Vincenzo e papà Michele. Dopo anni di gavetta presso rinomati pasticceri nazionali e internazionali, torna a casa ad Acerenza (Potenza), per realizzare il suo più grande sogno: produrre il Panettone più buono del mondo.

Oggi è un pasticcere di fama internazionale e ha ricevuto un nuovo riconoscimento: a Saint-Vith, in Belgio, ha consegnato il suo lievito alla Biblioteca del Lievito Madre, uno spazio unico al mondo nel suo genere, fondato nel 2013 da Puratos Group per preservare nel tempo la biodiversità e il know-how sull'uso del lievito naturale in panetteria. Il lievito “Tiri”, registrato con il numero 161, va quindi ad arricchire la collezione che è ospitata nel Sourdough Institut, un luogo in cui passato e futuro si incontrano grazie all’impegno e alla dedizione degli specialisti di Puratos. Nata inizialmente in Italia, dal 2013 la Biblioteca è stata trasferita in Belgio dove è diventata una delle sezioni strategiche del Sourdough Institut; qui è possibile seguire un percorso multimediale che mostra come si è evoluto nei secoli l’utilizzo del lievito. Il primissimo lievito madre ad entrare nella biblioteca belga è stato un esemplare italiano, denominato “Pugliese”, utilizzato per la preparazione del celeberrimo pane di Altamura, alimentato con farina di grano duro. Ma le storie racchiuse nei frigoriferi di Saint-Vith sono davvero le più varie: c'è il numero 100, giapponese, prodotto a partire dal sakè di riso; o il numero 72, messicano, costantemente alimentato con un mix a base di uova, lime e birra.