Immaginatevi il palco del teatro della Tonhalle vuoto, senza i molteplici strumenti dell'orchestra che siamo abituati a vedere e sentire, al centro solo un maestoso pianoforte e un pubblico in religioso silenzio in attesa di uno dei piú grandi virtuosi del pianoforte al mondo. Una serata indimenticabile con un recital di pianoforte, dove a suonare e a riempiere tutto il teatro con le sue sinuose e scattanti dita, c’era il Maestro Maurizio Pollini.  Giovanissimo Pollini, dopo essersi diplomato al conservatorio di Milano nel 1960 si fa notare durante il concorso Chopin a Varsavia, e in quell’occasione proprio Arthur Rubinstein, dopo averlo ascoltato suonare, aveva riconosciuto il suo indiscutibile talento, un giovane che suonava con una tecnica che di solito si ha dopo piu’ anni di studio.

Perfezionatosi con un altro Maestro di eccellenza, Arturo Benedetti Michelangeli, ed inizia in quegli anni un’importante carriera concertistica suonando con le maggiori orchestre europee, americane ed asiatiche.Nato in una famiglia della borghese di Milano, il padre Gino Pollini famoso architetto razionalista e la madre musicista Renata Melotti, sorella del famoso scultore Fausto Melotti, non poteva non assorbire le influenze culturali e sociali del periodo e della sua provenienza. Nell’arco della sua carriera ha sempre prestato grande attenzione agli aspetti formali e d'insieme dei brani suonati, cercando di renderli con la maggior chiarezza possibile, anche a discapito a volte della perfezione del suono e della ricercatezza timbrica. Pollini privilegia la forma sull'eleganza, pur possedendo un suono pieno che si è arricchito col passare del tempo.  Durante la sua lunga carriera ha effettuato una notevole ricerca sui maggiori compositori internazionali, che ha affrontato con rispetto scrupoloso del testo scritto. Grande lavoro di tecnica e mancanza di personalizzazione a volte sono state  le uniche critiche riportate al grande maestro, che ha sempre risposto mantenendo l’esecuzione fedele al testo con convincente forza espressiva. Impossibile nella sua carriera trovare un compositore che da lui non sia stato eseguito e studiato, al pubblico zurighese si è presentato impeccabile in completo scuro, cravatta rossa, pianoforte al centro del teatro e solo la musica che si creava man mano sotto le sue sapienti dita, con la stessa intensità la stessa forza, la stessa precisione che il passare degli anni non sembrano intaccare il grande Maurizio Pollini.

“Soli, immersi nella musica, il tempo si ferma. A volte persino va indietro e si torna giovani”

Maurizio Pollini, pianista

 

 

 

Programma alla Tonhalle di sabato 19 febbraio 

Maurizio Pollini Pianoforte 

Robert Schumann Arabeske op. 18

Fantasie C-Dur op. 17

 

Paus<

 

Ludwig van Beethoven Klaviersonate Nr. 29 B-Dur op. 106 «Hammerklavier»

 

Tanti i concerti in programma alla Tonhalle di Zurigo info e prenotazioni :

 

https://www.tonhalle-orchester.ch/konzerte/kalender