Politecnico di Torino -  17 gennaio - Aula Magna Giovanni Agnelli - “Il Politecnico a fianco di cittadini, imprese e istituzioni per restituire fiducia nel futuro.” Come ogni anno l'inaugurazione dell'Anno Accademico è un avvenimento molto atteso in quanto vengono esposte o comunque emergono le linee guida che caratterizzeranno  ricerca e metodologie didattiche di questa importante istituzione universitaria. 

Ancor più questa cerimonia acquisisce importanza in un periodo come l'attuale contrassegnato da un lato dai problemi di approvvigionamento energetico causati da un conflitto in atto nel cuore dell'Europa e dall'altro dalla necessità di una transizione ecologica che appare sempre più urgente a causa delle ricadute sempre più evidenti dell'inquinamento sul piano ambientale, climatico, sociale. ( Foto e servizio Paola Zorzi).

 Sempre più da parte del Politecnico di Torino negli ultimi anni è emersa una tendenza a relazionarsi con varie realtà oltre che produttive anche sociali, una sensibilità rivolta al territorio oltre che alla città di Torino in particolare. Un approccio improntato ad una democraticità e multidisciplinarietà che sola in effetti potrà essere in grado di interpretare le istanze più innovative e le aspettative di una società dinamica quale quella che si vorrebbe realizzata.

 

 

Il momento storico che stiamo vivendo purtroppo non verte all'ottimismo e come al solito i finanziamenti a ricerca ed innovazione non sono al primo posto in agenda! Eppure è proprio contando sulla conoscenza, sulla sua  potenzialità di sviluppo e interazione che è possibile immaginare il superamento di tutte le difficoltà che il presente ci pone e che istituzioni come queste affrontano da anni.

In tal senso il discorso di apertura del Rettore Guido Saracco è stato estremamente chiaro "Torino attende da tempo una chiave per uscire dalla cantilena ricorrente del "declino inevitabile", e io credo - ha aggiunto il Rettore - che questa chiave sia la rigenerazione urbana  e territoriale che le università possono generare se sapremo costruire quelle Comunità di Conoscenza e Innovazione alle quali stiamo già lavorando su molteplici direttive, dall'economia circolare, alla mobilità, all'aerospazio, al digitale: luoghi fisici e in rete per poter promuovere la collaborazione tra Università, Industria, Stato e corpi intermedi tipici di ciascun territorio... indispensabile per instaurare nel nostro Paese un'economia della conoscenza, oggi unico modello per rimettere in moto l'ascensore sociale e trovare una nuova via di sviluppo..."

Molti sono i punti toccati da questo discorso comprese le innumerevoli problematicità che attendono di essere prese in considerazione, così il discorso si è dipanato col sottolineare la necessità, in tema di finanziamento, di sostituire la cosiddetta "vecchia logica distributiva" con interventi progettuali di più ampio respiro. 

Lo stesso vale in campo didattico dove apprendiamo che è stato intrapreso un insegnamento in cui la verticalità appare non conforme alle esigenze di una società complessa, quindi un insegnamento maggiormente improntato alla multidisciplinarietà, alla collaborazione e interazione e dove l'essere umano risulti centrale. 

A corroborare questa prospettiva è stato citato un interessante testo di Edward Del Bono "Pensiero verticale  Pensiero Laterale o Divergente". 

Sono stati quindi affrontati problemi cruciali delle società avanzate quali la denatalità, il trend della delocalizzazione industriale a cui contrapporre altre opportunità in loco,  il problema dell'immigrazione ma anche un focus su un'offerta formativa che già realizzata con un campus in Uzbekistan continuerà con progetti analoghi in Marocco e Kenia. (Toccanti in tal senso le slides in cui è stato mostrato come un tempo eravamo noi italiani ad emigrare.) E ancora la necessità di un apprendimento continuo, una formazione permanente.

Sono stati quindi descritte le varie realtà operative interne al Politecnico ma anche i progetti innovativi che vi saranno realizzati in futuro. Il tutto in un'ottica coinvolgente più luoghi, anche periferici. Una policentricità tale da consentire al Politecnico di essere "Università della città" e non solo " nella città".

Questo a fronte di un'Istituzione in controtendenza rispetto ad altre in Italia che ha accresciuto il numero di iscritti e che vanta finanziamenti oltre che statali  legati all'autofinanziamento. Altri temi importanti sono stati toccati da Alessia Quacquarelli, rappresentante degli studenti in Senato Accademico, che ha lamentato come la sperequazione sociale e tutta una seria di norme piuttosto esclusive che inclusive renda ancora  non così accessibile il diritto allo studio universitario. La rappresentante ha proseguito citando un PNRR accolto con scetticismo e di cui gli studenti temono di non poter usufruire. Alessia Quacqarelli ha poi rimarcato una crisi abitativa che tocca gli studenti, ancor più se extracomunitari, spesso caratterizzata da speculazioni. E' stato quindi auspicato, anche da parte di questa rappresentante degli studenti un sistema che al "darvinismo sociale meritocratico", specchio della società in cui viviamo, e alla "performance si sostituisca il diritto allo studio". Sovente infatti la meritocrazia nel concentrarsi sull'individuo mette in secondo piano problemi strutturali ben più gravi. Entusiasta l'intervento di Raffaele Cucuzza Rappresentante dei dottorandi in Senato Accademico, che ha espresso la soddisfazione per un unicum in Italia con l'inserimento dei dottorandi tra i relatori. Ha auspicato il riconoscimento di una dignità  professionale capace di creare progresso all'umanità. La conoscenza prospettata dunque come arma contro il declino, la malattia e quant'altro. Ha auspicato infine che l'entusiasmo dei giovani ricercatori non sia deluso facendoli sentire parte di un sistema fragile, mentre non è  affatto così. Dottorandi il cui unico fine il più delle volte è quello di "pubblicare " piuttosto che ottenere danaro, strumento di conoscenza piuttosto che di competizione.   La Lectio magistralis di Marino Regini, Università degli studi di Milano, "Quale Università dopo il PNRR?" ha evidenziato come il PNRR abbia un impatto differente rispetto alla gestione dei  precedenti  finanziamenti e appalti. E' stato anche affermato che questo da solo non potrà colmare i ritardi che contraddistinguono il modus operandi italiano e relative logiche spartitorie che in passato non hanno mai tenuto conto di conoscenza e idee risolutive cruciali ma che ora dovranno farlo.

La sola offerta di competenza però non basta, anche la domanda deve essere riqualificata. Questa e altre problematicità sono state sollevate tra le quali la difficoltà di adeguamento all'innovazione da parte di medie e piccole imprese italiane (la maggioranza) talvolta incontrata nell'affrontare una prassi non abituale altre volte dovuta a problemi economici.

In tal senso è stato anche criticato un finanziamento pubblico sovente frammentario e senza indirizzo strategico. L'intervento di Vincenzo Tedesco, Direttore Generale del Politecnico, "Persone e luoghi in una Università di Impatto" è stato all'insegna di inclusività quale sfida a generare nuovi legami relazionali a cui corrisponda una nuova metodologia didattica e una risposta architettonica che offra agli studenti luoghi di socializzazione e alla città luoghi di rigenerazione. Il collegamento online di Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, hanno infine  visto il ministro sottolineare e condividere la linea espressa dal Direttore e Rettore dell'Istituto. La speranza è che le intenzioni dimostrate dal ministro si concretizzino, in considerazione del fatto che, come aveva rimarcato Marino Regini, l'Italia investe molto meno di molti altri  paesi europei in ricerca, addirittura la metà di quanto avviene in Germania. Come documentato dalle immagini fotografiche, a fare da cornice ad una cerimonia improntata alla fiducia e al futuro sono stati esposti nel cortile della sede centrale del Politecnico i prototipi realizzati dai team studenteschi "fiore all'occhiello delle attività formative non convenzionali e basate sull'esperienza, sulla multidisciplinarietà e creatività, vero ponte verso il mondo del lavoro e dimostrazione concreta di quanto l'università possa essere a tutti i livelli un vero ecosistema per l'innovazione" 

 

Interventi musicali a cura del coro  POLIETNICO.