I disagi legati al cambio di stagione possono sia complicare sia essere aggravati dalla situazione lavorativa. Il lavoro, spesso fonte di stress e tensioni, può amplificare la sensazione di stanchezza, fisica e mentale, tipica della stagione, rendendo più difficile affrontare le sfide quotidiane. Dall’altro lato, i sintomi del mal di primavera possono influenzare negativamente le prestazioni lavorative, riducendo la capacità di focalizzarsi sulle attività e la motivazione e aumentando la probabilità di commettere errori. Inoltre, il senso di affaticamento può complicare la gestione dello stress, generare irritabilità e frustrazione, e intaccare la capacità di interagire in modo efficace con i colleghi.

Anche lo smart working pone delle sfide. Lavorare da casa, con meno interazioni dirette e stimoli ambientali, può accentuare il senso di affaticamento e il calo di energia, soprattutto se non si prevedono pause. Inoltre, l’inadeguata separazione tra lavoro e vita privata può rendere più difficile gestire la stanchezza e mantenere alta la produttività. Per contrastare gli effetti spiacevoli che l’arrivo della primavera porta con sé, anche nel lavoro è utile adottare strategie quali pause regolari, esposizione alla luce naturale e brevi momenti di movimento durante la giornata. Migliorare la qualità del riposo notturno e favorire un buon equilibrio tra lavoro e vita personale contribuisce a ridurre l’impatto della stanchezza stagionale, preservando produttività e benessere psicofisico.