IMG-3713Benedetta Paravia, (nella foto a lato),  con il suo nuovo libro “Amici in quarantena”, che sarà pubblicato da Graus Edizioni, cerca di rispondere insieme ad altri amici, alle domande che tutti i giorni ci facciamo durante la pandemia dovuta al Corona virus. Il libro non cerca di dare risposte precise ma fornisce un quadro di come si sta vivendo a livello internazionale questa nuova socialità, fatta di quarantene e contatti on line.

Benedetta Paravia viene da anni negli Emirati Arabi e conduce a capo scoperto un documentario reality che racconta le storie di 24 donne arabe che si dividono tra studio e lavoro. Un volto progressista della televisione araba, e un’ambasciatrice non governativa tra Dubai e l’Italia. E’ fondatrice della Onlus A.N.G.E.L.S., che fornisce assistenza medica ai bambini malati nelle regioni di guerra e, per beneficenza, produce e canta canzoni molto note in Medio Oriente, sotto lo pseudonimo di Princess Bee.

 

Amici in quarantena, nasce proprio da questo periodo di isolamento e questa particolare condizione sociale dovuta al Covid19, quando e come ha pensato a questo libro?

Per carattere sono molto creativa pertanto, dopo le prime 2 settimane trascorse in meritato riposo (ho pensato: "quando mi ricapiterà più di poter dormire quanto voglio"?), ho cominciato ad avvertire troppa negatività, proveniente dalle news, dalle chat, e dai social media ed ho pensato di trasformare questo momento di preoccupazione e dolore per tutti coloro che hanno perso una persona cara, in una possibilità di rinnovamento ed una testimonianza indelebile da trasmettere ai posteri. Così ho pensato di selezionare testimonianze tra amici e conoscenti, per offrire l'opportunità di raccontarsi, come in un diario. Leggendolo in molti potranno immedesimarsi nelle speranze e nelle paure.

E’ un libro scritto a più mani, ogni persona da Lei coinvolta in questo progetto partecipa in modo diverso, lei ha cercato una linea comune negli scritti?

Ogni persona racconta come vive la propria quarantena ed esprime una visione sul presente e sull'immediato futuro. Come ideatrice e curatrice del libro ho dato agli amici un semplice consiglio: essere veri, come se si scrivesse sul proprio diario. Poi ho chiesto una foto-verità, non posata, che ben li rappresenti in questo momento che stiamo vivendo, senza fronzoli. Ho ricevuto foto semplici ma bellissime. 

Chi tra i suoi amici ha risposto per primo al suo progetto?

Una delle mie più care amiche, il suo nome è Al Anood. E' la moglie di uno dei fratelli del Re degli Emirati Arabi Uniti. Considerando che è confinata a Palazzo da molti mesi, per ragioni familiari, si è lasciata andare esclamando: "Ora con questo virus nessuno andrà più in giro, proprio come me!" . Un'altra cara amica che partecipa e mi ha anche dato una mano a raccogliere alcune testimonianze è Laura Rossi. Sempre ottimista ed impavida.

I ricavati del libro andranno in beneficienza….

Si, alla Onlus A.N.G.E.L.S - Associazione Nazionale Giovani Energie Latrici di Solidarità, che dal 2008 cura in Italia bimbi malati che provengono da zone di guerra ( www.loveangels.it ). Con il libro aiuteremo i bimbi bisognosi che risiedono qui in Italia. Ci sono tante famiglie, anche a Napoli che hanno bisogno d'aiuto. Questa pausa è buona per riflettere su valori e priorità, ma non è buona per tanti che lavorano alla giornata o in nero. 

Che cosa farà una volta finito il lockdown?

Non abbasserò la guardia: continuerò ad usare la mascherina ed i guanti e porterò sempre con me lo spray alcolico disinfettante. Continuerò ad essere attenta per i miei genitori perché sono soggetti a rischio. Per quanto mi riguarda credo di aver già avuto il virus agli inizi di Marzo: sentivo fitte dolorose nei polmoni, avevo una strana tosse sporadica con improvvisi attacchi notturni, un fortissimo mal di testa e dolori muscolari ma poiché la febbre era "solo" 37.3 mi è stato sconsigliato, sia dal medico di base che dall'operatrice del numero istituito dal Ministero dell Salute, di recarmi in ospedale per il tampone con la motivazione che "mi sarei di certo ammalata recandomi lì". Con queste premesse mi sono subito messa in quarantena ed ho dormito il più possibile. Ciò che farò sarà vivere giorno per giorno, continuando a portare avanti ogni progetto con passione ma con la consapevolezza che il presente sia la più grande ricchezza.

Come pensa lo stia affrontando la maggior parte delle persone?

Le persone che non sono preoccupate per il come sostenersi e sostenere la propria famiglia vedo che si annoiano. Questo non lo capisco poiché si possono fare tante cose anche quando si è soli. Penso che la gente sia stata messa brutalmente davanti la verità con questo virus che ha isolato il mondo, perciò chi non sta bene con se stesso non si è trovato in buona compagnia...

Lei vive da anni negli Emirati Arabi, come si vive li la pandemia? 

 In questo momento ho la fortuna di stare a Roma con i miei genitori e quindi sono in ottima compagnia. Posso rendermi utile e nello stesso tempo mi sento più serena. Negli Emirati il lockdown è cosa seria, come lo è peraltro in Regione Campania. Negli Emirati devi ottenere un permesso online per poter recarti al supermercato o a ritirare soldi e comunque non puoi ottenerlo prima di 3 giorni dalla data dell'ultima uscita ed il tragitto da abitazione a supermercato è monitorato. Le multe sono salate ed i controlli a tappeto, come è giusto che sia per evitare quanto più possibile i danni di questa pandemia. Nello stesso tempo penso che ci sia molta più malinconia e solitudine a Dubai tra gli espatriati che vivono soli e che non hanno famiglia. La città infatti è molto attiva socialmente e la parvenza del lusso è alla portata di tutti, ma quando sei bloccato a casa a fare i conti con te stesso e la realtà dei fatti la situazione può essere pesante per chi vive di sola apparenza. 

Lei è un ponte di collegamento tra due culture molto diverse, quella italiana e quella araba, quali sono secondo Lei i punti di collegamento tra le due culture?

Ci sono davvero tantissimi punti in comune. L'ospitalità, la gentilezza e la simpatia delle persone furono le prime cose che mi conquistarono quando arrivai la prima volta nel 2002, oltre all'odore dell'aria del deserto. I valori della famiglia sono molto forti come nel Sud Italia e così anche l'amicizia è ritenuta fondamentale. Anche il temperamento caratteriale è molto simile a quello della maggior parte degli italiani, ma sono diffidenti per natura e si rilassano solo quando sanno di avere accanto un vero amico.

Come sarà il mondo dopo il Covid19? 

Certamente più controllato ed interconnesso e, spero, un pò meno superficiale. Gli psicologi saranno di certo molto impegnati e spero indirizzino i propri pazienti a liberarsi del superfluo.

 

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