3-IMG 7578Andrea Franzoso, (nella foto a sinistra in uno scatto di Isabella De Maddalena),  da  bambino timido e introverso, cresciuto in un paesino  veneto, nella vita ha fatto un po’ di tutto, dal carabiniere, a vivere quattro anni  con i Gesuiti, poi ha lavorato come impiegato in un’azienda e da li nasce il suo vero cambiamento, con coraggio denuncia i vecchi giochi di potere e di uso di denaro pubblico a fini personali, perde il lavoro, ma scrive un libro che ha girato l’Italia e ha ispirato tanti giovani, a non avere paura di fare il proprio dovere a vivere secondo dei principi di giustizia e lealtà, ed ecco che  #disobbediente! Essere onesti è la vera rivoluzione“, porta alla luce quello che in Italia è un malcostume comune, un testo che fa riflettere sull’onestà. 

Dopo aver stretto le mani a tantissimi studenti, visto che il libro è stato presentato in tante aule, Andrea decide con il suo nuovo lavoro di raccontare la Costituzione attraverso venti parole. Memoria, Democrazia, Repubblica, Costituzione, Lavoro, Diritti, Solidarietà, Uguaglianza, Minoranze, Confessioni religiose, Cultura, Paesaggio, Straniero, Pace, Tricolore, Libertà, Famiglia, Scuola, Salute, Resistenza.

La spiegazione di ciascuna parola si accompagna a storie vere, esempi da conoscere e imitare, riflessioni di esperti e testimoni. Ne esce il racconto di una Costituzione “viva” e concreta, che riguarda la nostra vita quotidiana e le nostre scelte personali.

Nella convinzione che l’educazione civica di cui abbiamo bisogno non è quella di chi conosce il numero di deputati e senatori, ma di chi coglie il significato di valori e diritti, ne comprende il senso, si indigna di fronte a un’ingiustizia e si batte in difesa del bene comune.”

Adesso sembra che Franzoso abbia trovato la sua  strada, autore televisivo e scrittore, orientato ad un pubblico giovane che vuole sensibilizzare e far riflettere su temi e valori fondamentali per la nostra società:

 

Intervista: 

 

 

W LA COSTITUZIONE1. Hai  deciso di raccontare la Costituzione attraverso venti parole. Memoria, Democrazia, Repubblica, Costituzione, Lavoro, Diritti, Solidarietà, Uguaglianza, Minoranze, Confessioni religiose, Cultura, Paesaggio, Straniero, Pace, Tricolore, Libertà, Famiglia, Scuola, Salute, Resistenza. Ogni parola poi   si accompagna a storie vere, esempi da conoscere e imitare, riflessioni di esperti e testimoni. ” la tua è una costituzione viva…come fare tutti i giorni a mantenerla attiva? O almeno tu nella tua vita come fai? La Costituzione è un pezzo di carta, un insieme di articoli: per renderla viva, e attiva, servono: volontà,spirito, impegno e responsabilità, come disse Calamandrei agli studenti di Milano nel 1955.

2Con te hanno collaborato tanti nomi importanti, come li hai scelti e come hanno reagito alla proposta di scrivere dei contributi per il tuo libro? Li ho scelti per la loro autorevolezza e competenza sui temi che desideravo approfondire: l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi descrive i “Rifugiati”, Milena Gabanelli spiega l'importanza del giornalismo, Ilaria Capua riflette di Salute e Ambiente alla luce della “lezione” che ci ha impartito la pandemia di Covid-19… E così via. Diciotto personaggi della vita pubblica italiana, accademici, giornalisti, tra cui Gian Antonio Stella, che ha scritto la prefazione (“L’insegnamento dell'Educazione Civica”), e l'ex direttore della Scuola Normale di Pisa Salvatore Settis, che ha scritto la postfazione sul “Bene comune”. 

3.Leggendo il tuo libro, un grande spazio è dedicato alle donne...

Sono portato a empatizzare con chi subisce un'ingiustizia, e le donne ne subiscono tante, ogni giorno, sul

luogo di lavoro, nella società spesso anche in famiglia. Ammiro l'intelligenza e la sensibilità femminili. 

Nel mio libro ci sono diverse storie con le donne per protagoniste. 

Nel capitolo sull’Uguaglianza, per esempio, racconto di Chiara, che ha perso il lavoro dopo la maternità; 

il capitolo sul Tricolore ha il volto di Ayomide Folorunso, un’atleta straordinaria, in “Resistenza” parlo della 

maestra Rachele Vianelli, di Lodi, che ha difeso i diritti dei suoi alunni combattendo contro un 

provvedimento iniquo del Comune.

4. Il 2020 è un anno davvero straordinario dove il coronavirus e il conseguente lock down hanno segnato molto le famiglie creando ancora di più disparità e disagi, come si fa poi in un clima di sfiducia a rimanere un esempio positivo per i propri figli? La parola crisi, come noto, deriva dal greco e significa discernimento, scelta. Il valore dell'esempio acquista maggiore forza nel momento della prova. È facile parlare quando le cose vanno bene, molto meno quando la nostra vita è in pericolo. I nostri figli spesso non ci ascoltano, ma ci osservano sempre. 

 5. Quale principio ritieni fondamentale nella tua vita di tutti i giorni, al quale non rinunceresti mai? Più d’uno, in verità: l’indipendenza, la parresia, la ricerca del bello in tutte le sue forme e manifestazioni, morali o estetiche, e l’umanesimo, nel senso inteso dai costituenti, come pieno sviluppo della persona umana. 

 6. Nei tuoi due libri il filo conduttore è il coraggio di andare oltre, di essere nel giusto anche se tutti gli altri non lo sono, di denunciare di seguire i propri principi anche a costo di rimanere fuori dal sistema fatto di giochetti e di truffe, non pensi che per un cittadino medio sia un po’ difficile vivere così, o meglio magari non tutti se lo possano permettere?

Vorrei vivere in un Paese in cui non sia necessario il coraggio per poter essere onesti. Purtroppo molti accettano i soprusi perché si sentono indifesi, perché manca la sanzione sociale e il sistema giudiziario non funziona, è lento, farraginoso, inconcludente... Tutti dovremmo allenarci, fin da piccoli, a fare bene le cose, a partire dal nostro lavoro, e a prenderci cura degli altri e dell’ambiente in cui viviamo, ogni giorno. Ad assolvere i nostri doveri con coscienza, a esigere lo scontrino o la fattura, a riprendere chi getta a terra il mozzicone di sigaretta o una cartaccia, a rispettare i pedoni che attraversano le strisce pedonali, a rivolgerci con educazione agli altri, evitando un linguaggio ostile, a presentare un reclamo a fronte di un disservizio, a segnalare ciò che non va, a stanare gli indifferenti, a preoccuparci del bene comune... A un certo punto, ci accorgeremmo che siamo capaci di fare anche molto di più.

 7. L'Italia è un paese dove nascono leggi ogni giorno, con la contraddizione che ad ogni legge ne corrisponde una per fare in modo che non rispettarla non sia così grave, come risolvere questo problema? 

Mi colpisce il contrasto fra il linguaggio della Costituzione – chiaro e semplice – e quello astruso delle nostre leggi ordinarie, scritte male, spesso incomprensibili per il cittadino medio, in qualche caso persino contraddittorie. Ciò però non deve costituire un alibi. La colpa è nostra, che scegliamo rappresentanti politici impreparati, col risultato di ritrovarci con una classe dirigente mediocre. Il nostro Paese sconta i limiti di un grave deficit culturale: sono pochi gli italiani che leggono libri e si informano su testate indipendenti e autorevoli. Per risolvere questo problema, dovremmo investire grandi risorse nella cultura, nell'educazione, nella scuola. 

 8. Come procederà la promozione di “Viva la Costituzione”?

Spero di poter presto tornare a incontrare i ragazzi a scuola, per dialogare e riflettere insieme a loro. Se non sarà possibile in presenza, lo farò online. Basta scrivere una mail a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

 

 

 

Andrea Franzoso

Viva la Costituzione. Le parole e i protagonisti. Perché i nostri valori non rimangano solo sulla Carta

 

https://www.deagostini.com/it/