Intervista con Patrick Mancini : @cuorebuiorrore
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- Chiara Marcon
Patrick Mancini, ( nella foto a sinistra con il suo libro giunto ben alla terza ristampa), classe 1980, di Cugnasco-Gerra (Ticino), è giornalista e scrittore. Già autore di "#promessisposi-Stavolta tocca a te" (2019) qualche mese fa è riapparso nelle librerie con la terza edizione del "suo" @cuorebuiorrore, romanzo d'esordio pubblicato per la prima volta nel 2015, sempre da Edizioni Fontana, un romanzo definito dalla critica un thriller romantico, perché l’amore fa da filo conduttore ma che tipo di amore ? Annalisa ne è la protagonista e vede pian piano la sua vita all’apparenza perfetta, pian piano sgretolarsi.
Si trova legata ad una sedia, in una sala piena di schermi, con addosso un vestito rosso molto sexy, che cosa ci faccia li, e come ci sia finita resta un mistero fino alla fine della narrazione….lei ha un vago ricordo, la sua casa, il suo grande specchio in bagno, e il voler organizzare una serata speciale con il marito….poi più nulla, il freddo, la pioggia, arriveranno impetuose e trascineranno il lettore in una lettura senza sosta, perché niente è come sempre e come dice il Mancini …"al suo posto potresti esserci tu".
@cuorebuiorrore è alla sua terza edizione. Te lo aspettavi?
«No. Assolutamente. Anche perché io ero, e resto, un Signor Nessuno. Quando nel 2015 è uscito questo strano libro, avevo il timore di non essere capito. Poi le cose sono andate bene. Mi fa piacere soprattutto constatare che l'hanno letto parecchi giovani, o tante persone che non toccavano un libro da anni. E mi fa altrettanto piacere ricevere messaggi in cui i lettori mi dicono che questo libro ha regalato loro delle emozioni. Forse perché sin dalla prima pagina si viene proiettati nell'azione, i miei libri hanno uno stile cinematografico, da serie TV».
Dove hai preso lo spunto per la storia?
«Sono sempre stato affascinato dalla vita dopo la morte. E dal senso di colpa che è marchiato nel DNA dell'essere umano. Il resto è fantasia: la mia mente non si ferma mai. E non per forza è un pregio. Anzi. Vorrei che questo cervello si prendesse una vacanza».
Annalisa è una donna che improvvisamente si vede crollare addosso il suo mondo perfetto. Ecco la reazione impulsiva di scappare in auto e non affrontare la situazione. Non l'ha penalizzata?
«Ogni giorno noi facciamo delle scelte più o meno impulsive. E ogni giorno noi paghiamo, in un modo o nell'altro, per queste scelte. Spesso commettiamo delle azioni i cui risultati ci danneggiano ore, giorni o mesi dopo. Ma nel momento presente spesso non ci rendiamo conto di quali saranno le conseguenze di ciò che stiamo facendo. L'essere umano, soprattutto quello occidentale, lavora troppo poco sui concetti di "consapevolezza" e del "qui e ora". Per questo è portato a reagire in maniera frenetica agli stimoli della quotidianità, anche a quelli più negativi. Non siamo abituati ad accettare le cose della vita, a lasciarle scorrere».
Il libro è un continuo cambio di scena. La protagonista passa da uno specchio in cui si vede sexy con il suo vestito rosso, e con la sicurezza di una notte perfetta, a trovarsi legata a una sedia in una sala piena di schermi. Si passa continuamente da una situazione confortevole, quale l'interno di una casa, al freddo e all'ambiente sconosciuto. Come mai questa scelta narrativa?
«Perché a me piace così. Non voglio dare niente per scontato. Mai. E non voglio neanche annoiare il lettore, ricamando in continuazione su dettagli inutili. Io ho scritto @cuorebuiorrore proprio visualizzandolo come se fosse un film. Ovviamente questa scelta di puntare sull'azione continua non piace per forza a tutti. Fa parte del gioco».
Che tipo di realismo c'è nella scrittura di questo "thriller romantico"?
«Ho l'abitudine di osservare la gente in maniera attenta, entrando in empatia con la persona che ho di fronte, o che semplicemente intravedo per strada. Io gli spunti li prendo sempre dalle storie che sento in giro. È tutto inventato, ma in un certo senso anche tutto tremendamente reale».
C'è un filo conduttore nei tuoi due libri? Già nel tuo ultimo lavoro "#promessisposi-Stavolta tocca a te" in copertina ricordi al lettore che, appunto, la stessa cosa potrebbe succedere a lui. È un modo per fare immedesimare i lettori nelle tue storie?
«È vero. Anche in @cuorebuiorrore c'è il sottotitolo che recita "Al suo posto potresti esserci tu". Semplicemente questa è la verità. In molti si sono identificati nei miei due libri. Qualcuno ha pure pianto. Perché, pur in maniera surreale, parlo di vicende che possono capitare a chiunque».
Su cosa stai lavorando adesso?
«Nel 2021 uscirà un terzo libro, che sarà ambientato in una bara e che tratterà tematiche sociali molto importanti. È una storia che mi piace molto. Però non ci sto perdendo la testa. Nel senso che cerco di dedicarmi il più possibile anche ad altre attività, al contatto con la natura, ad esempio. La vita è adesso, il 2021, soprattutto visti i tempi bui e intensi che stiamo attraversando a causa della pandemia, è ancora lontano. Questo non significa pensare negativo. Anzi. La mia sfida presente è riuscire ad accettare tutto quello che sta capitando attorno a noi come un'esperienza, come una delle tante prove che la vita ci mette suo nostro cammino».