Lory Muratti ph. Nicola Chiorzi 5 bLory Muratti, nella foto a sinistra ph. Nicola Chiorzi,  è polistrumentista, producer, scrittore e regista. Nato e cresciuto tra i laghi lombardi, firma per diversi anni i suoi lavori sotto lo pseudonimo “Tibe”, facendosi conoscere nel mondo alternative rock italiano grazie al sound fortemente evocativo con cui caratterizza i suoi lavori da produttore. Nel 2005 pubblica il suo primo romanzo “Valido per due” (edito per Mondadori) che si traduce in un tour di spettacoli teatral-musicali. Con il libro e disco “Hotel Lamemoria” (Mondadori/Warner, 2007) e con il successivo progetto “Scintilla” (Feltrinelli/Mescal, 2013), traccia i contorni di un nuovo modo di coniugare musica e narrativa che si fondono nelle sue opere come due anime della stessa creazione. Sul fronte visivo si occupa di video-arte, videoclip musicali e visual storytelling nel mondo del marketing.

Vestendo i panni di Dj/Vj, ha creato negli anni contenuti live per vari brand importanti e si è esibito in club ed eventi internazionali quali “Return to New York” a Londra, “Ballo del Doge” a Venezia, “Cornetto Free Music Festival” a Milano e Roma e “Burning Man” nel deserto del Nevada. Le sue installazioni come sound designer lo hanno portato fino a “Luminale Frankfurt 2010” e “Biennale di Venezia 2011”. Sviluppa i suoi progetti all'interno del laboratorio creativo “the house of love”, casa di produzione audio e video che dirige in un ex ricovero barche affacciato sulle sponde del Lago di Monate in provincia di Varese. Fra i molti artisti con cui ha collaborato o diviso il palco figurano: Andrew Fletcher from Depeche Mode, Cristiano Godano e Marlene Kuntz, Daddy G from Massive Attack, Garbo, Gary Dourdan, Guano Apes, Krisma, Leo Abrahams, Lorne Lanning, Luca Missoni, 2 Many Djs.

LETTERE DA ALTROVE” (Riff Records, sotto a destra la cover dell'album) è il titolo del nuovo e originale spoken album del producer, uscito il 30 ottobre in formato vinile, sulle piattaforme streaming e in digital download. 

“Lettere da Altrove” è un concept album composto da otto tracce che si ispirano alla serie video-narrativa ideata dall’artista durante il periodo di lockdown. Un'avventura musicale, letteraria e visiva con la quale Muratti racconta la convivenza di due amanti che si ritrovano inaspettatamente “imprigionati” in un ex ricovero barche su un lago del Nord Italia a causa di una misteriosa epidemia. Un luogo lontano dal mondo che porta i protagonisti a navigare in un limbo senza contorni, scosso non solo dalle notizie che giungono a tratti per vie digitali, ma soprattutto dal continuo mutare delle loro emozioni . Ecco come racconta in questa intervista l’artista il suo lavoro: 

 

Lettere da Altrove Mockup Lory Muratti bDa artista come ha vissuto il lockdown e come si prepara per il prossimo?

Ho vissuto l'isolamento della scorsa primavera in una dimensione salvifico-creativa. Ho cercato infatti di costruire un rifugio ideale nel quale raccogliermi per restare sintonizzato con sentimenti positivi e cercare al contempo di tenere la rotta in un momento che è stato per tutti noi complicato e di difficile interpretazione. Come molti, all'arrivo di quella sospensione, ero alle prese con una progettualità che si è dovuta fermare. Uno stop forzato che mi ha portato su una nuova strada nata dall'urgenza espressiva di quei giorni. Un ritorno alla creatività che si è evoluto fino a tradursi nel concept album di cui parliamo oggi.

Pensare a un nuovo lockdown rappresenta quindi, da un punto di vista emotivo, una fatica che è arduo immaginare di poter nuovamente affrontare. L'isolamento creativo può anche essere una scelta desiderabile nel percorso di un artista, ma il confinamento imposto è una faccenda contro natura di cui è difficile darsi ragione. Trovarsi nuovamente immersi dentro quei “Giorni Deserti” di cui ho scritto e suonato sarà un'impresa sia pratica che emotiva. È proprio per questo che ho dato a “Lettere da Altrove” il compito di raccontare uno spaccato di come stiamo, delle nostre emozioni trascurate e dei nostri cuori provati.

È appena uscito il suo album “Lettere da altrove”, quanto tempo ha richiesto la sua preparazione?

Come anticipavo nella domanda precedente, il progetto è nato provando a dare intimamente un senso ai giorni di isolamento della scorsa primavera e si è dapprima connaturato in una serie video-narrativa che ho avuto modo di pubblicare online in quelle settimane. Si trattava di una narrazione accompagnata da una colonna sonora originale che ho prodotto a commento della stessa. Un esperimento di produzione/pubblicazione istantanea che, una volta completatosi, si è mostrato ai miei occhi sotto un altro punto di vista. Sentivo infatti che quella parole e quei brani strumentali sarebbero potuti diventare altro. Si sarebbero nello specifico trasmutati in un concept album grazie al quale avrei avuto modo di tradurre in canzoni la storia a cui avevo dato vita. Ho così trascorso l'estate al lavoro nello stesso luogo in cui avevo passato i giorni di isolamento e in quel luogo ho elaborato il materiale creato fino a quel punto facendolo confluire nei brani che compongono l'album.

Da che cosa ha tratto ispirazione?

L'ispirazione principale proviene proprio da una dimensione interiore e dalla solitudine esperita in quelle settimane passate nell'ex ricovero barche affacciato sul Lago di Monate dove vivo e lavoro e dove tutta la storia che soggiace all'album è ambientata. Immaginare in quel contesto la presenza di un'interlocutrice femminile che si mostra, agli occhi del protagonista, come uno specchio di memorie, vissuti e confronti interiori, ha fatto tutto il resto.

Perché ha scelto di mettere la sua storia in un contesto video narrativo?

Era opinione sia mia che della testata su cui ho pubblicato la serie, che fosse il media più adatto a raccogliere parole, musica e visioni in modo molto vivido e non mediato. Era la via più rapida per portare a destinazione una produzione che procedeva altrettanto rapidamente, figlia di un'immedesimazione pressoché totale nella storia che stavo raccontando.

Che cosa c’è di personale?

La mia produzione letteraria si è sempre inscritta nell'autofiction. Un genere dove, a fatti realmente accaduti nella vita dell'autore, a personaggi reali e a situazioni vissute, si mescolano elementi di pura finzione. È questa una formula in cui mi riconosco pienamente e dentro la quale nascono anche i brani che compongono “Lettere da Altrove”. Le presenze che aleggiano nei testi hanno infatti attraversato la mia vita o sono tutt'ora presenti, il luogo in cui tutto è ambientato è il luogo in cui vivo, l'epidemia da cui scaturisce l'isolamento dei due amanti è ciò che stiamo attraversando. Quali delle tante cose a cui faccio riferimento tra un brano e l'altro sia invece reale e quale mera invenzione, è cosa che rimane sospesa. Per sintetizzare potrei dire che si tratta di una faccenda del tutto personale che spero possa avere un respiro corale ed essere di conforto a chi ascolterà così come lo è stato per me il produrla.

I due amanti protagonisti, vivono imprigionati a causa di una misteriosa epidemia, si trovano a vivere una convivenza forzata, come mutano le emozioni iniziali?

Il rapporto tra queste due figure si regge su dinamiche emotive molto forti e contrastate. Uno sviluppo emozionale che viene guidato però a senso unico dalla voce narrante che corrisponde poi all'autore. Ho infatti immaginato di trovarmi nel futuro a spedire delle lettere in musica a colei che si trovava a passare quei giorni accanto a me nel vecchio ricovero barche. Una lei che, nel divenire della narrazione, sembra somigliare sempre più a una creatura della mente. Aspetto questo che apre ulteriori chiavi di lettura dell'opera e che guida verso un inaspettato finale.

Come procederà la promozione del suo lavoro?

“Lettere da Altrove” è un progetto nato in divenire e sono di conseguenza in divenire gli ulteriori sviluppi che mi vedranno come sempre in equilibrio tra produzione musicale, letteraria e visiva. É anzitutto in programma la pubblicazione di altri due videoclip che, in abbinamento ad altrettanti singoli e assieme al video di “Giorni Deserti”, comporranno quella che ho definito “trilogia dell'assenza”. Si tratta della trasposizione visiva degli aspetti più psicologici e profondi che soggiacciono alla narrazione. La regia ha essenzialmente questo ruolo nella mia personale estetica: dare forma al subconscio e a ciò che lo popola ed è su questo fronte che mi sono mosso da sempre e in particolare con questo lavoro. Col nuovo anno arriverà quindi un altro importante capitolo a completamento di questo progetto interdisciplinare che da lì si tradurrà in cascata in uno spettacolo dal vivo. La dimensione live prenderà il largo con la primavera e soprattutto con la speranza di poter finalmente tornare a incontrare il pubblico scambiando così queste “Lettere” anche di persona.

 

 

 

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