Bixio Mainardi con questo scritto raccoglie trent’anni di esperienza di scuola media, prima da docente poi da direttore. Uno spaccato di realtà, che negli anni da vita a queste pagine, dove la vita scolastica si snoda attraverso ricordi e vicissitudini, che fanno parte di una realtà sempre attuale.In risalto c’è la vita, quella vera, dove studenti e docenti ogni giorno si incontrano in una realtà educativa, sempre in bilico condizionata molte volte da fattori esterni, quali risorse ridotte, che coprono a mala pena le necessità correnti.  

Uno spaccato reale di situazioni e di dinamiche d’eccezione generate dagli allievi e dalle loro infrazioni, così come quelle generate da altri attori che animano il contesto educativo (docenti, genitori, direttore, media), attraverso la presentazione di alcuni frames della trentennale esperienza scolastica dell’autore.

Una sequenza di descrizioni, di “fotografie” di una scuola a volte d’emergenza, con cui gli addetti ai lavori sono confrontati, ben oltre i piani di studio, la didattica disciplinare e le mura delle loro aule…

“Ecco, questo è quanto mi premeva condividere con voi, attraverso la presentazione di alcuni frames della mia trentennale esperienza scolastica. Racconti di realtà e dinamiche spesso poco conosciute, ma che rappresentano parti integranti della nostra scuola media. In diversi casi occorrerebbe poter far fronte a certe contingenze, a certe emergenze in modo più adeguato con maggiori risorse... Ma ad oggi, a livello politico, risultano alquanto limitate le sensibilità e le aperture in tal senso. Purtroppo.”

 

 

“Vostro figlio purtroppo “,ci può spiegare come ha scelto questo titolo e perché c’è questo sottotitolo , ai confini di una scuola media?

Questo libro si sarebbe dovuto basare principalmente sulle decine di ammonimenti e richiami, comminati ad allievi/e nel corso dei miei diciassette anni di direzione della scuola media di Losone. 

Comunicazioni scritte, che spesso iniziavano con l’espressione “Vostro/a figlio/a purtroppo…”, redatte dalla Direzione all’indirizzo delle famiglie per segnalare eventuali trasgressioni del/la figlio/a: assenze arbitrarie, fumo, mancanza di rispetto verso compagni o docenti, violenze, vandalismi, atti di bullismo… . Da qui il titolo del libro.

Nello scritto vengono però anche riportate altre “situazioni limite” non solo legate a infrazioni di allievi, ma a dinamiche generate da altri attori che animano il contesto educativo (docenti, genitori, direttore, media). Insomma situazioni ed episodi per certi versi "ai confini" del vissuto quotidiano di una scuola media.

Lei è da anni all’interno della scuola, come è cambiato il rapporto docente- studente nel tempo?

Sostanzialmente non credo sia cambiato di molto il rapporto docente-studente. Da anni ormai si cerca di porre al centro dell'attività educativa i bisogni e il benessere di allievi e allieve e in quest'ottica la formazione dei nuovi docenti si muove e si è mossa. Pertanto da tempo l'attenzione didattica è stata posta sempre più sull'apprendimento e quindi l'allievo/a tende a divenire il punto focale dell'insegnamento e non solo.

La figura famigliare è cambiata, che rapporto c’è adesso tra scuola e famiglia?

Diciamo che nel corso degli ultimi decenni le figure e le dinamiche famigliari si sono moltiplicate imponendo ai docenti e alla scuola in genere maggiore flessibilità e capacità di affrontare situazioni relazionali complesse e difficili. Ad ogni buon conto l'obiettivo rimane quello di ricercare in collaborazione con la famiglia, l'equilibrio e il benessere di ragazze e ragazzi.

Ci sono zone in Ticino dove è piú facile insegnare rispetto ad altre?
Credo che ogni realtà scolastica abbia le proprie peculiarità e di riflesso le relative difficoltà e facilità nell'insegnare.  Certo le realtà urbane e le sedi di grandi dimernsioni comportano indubbiamente problematiche a volte complesse e di difficile gestione, tuttavia immagino che anche le scuole medie periferiche e di dimensioni contenute abbiano situazioni e realtà non sempre facili da gestire... 

Quale episodio ricorda come una sconfitta per il plesso scolastico che lei rappresentava?

Più che di episodi parlerei di casi. Casi per cui non si è riusciti a trovare soluzioni alternative o percorsi di recupero e di accompagnamento adeguati; ragazze e ragazzi che abbiamo 'perso', e poi si sono 'persi'...

Quali sono le regole che gli studenti “sopportano di meno”?

Difficile a dirsi, infatti la storia e l'identità propria di ogni allievo e di ogni allieva ne fanno soggetti unici, con approcci diversi verso norme e principi di comportamento. Insomma: 'ad ognuno la propria odiata norma.'

Quali sono gli atteggiamenti che un bravo o una brava docente dovrebbe tenere e di conseguenza un dirigente scolastico, per non allontanare ulteriormente i ragazzi difficili dal sistema scolastico ?

Indubbiamente occorre saper ascoltare e osservare per poi mettere in atto le migliori strategie di accompagnamento, se possibile con progetti ad hoc, in grado di rispondere al meglio ai bisogni di questi casi particolari.  Spesso però queste strategie risultano di difficile attuazione per contingenze 'esterne' e per le limitate risorse a disposizione della scuola. 

Ci sono stati degli studenti o delle studentesse che sono rimaste in contatto con Lei negli anni? 

Sì certo. Alcune/i sono diventati docenti e con loro ho avuto modo di lavorare, altri sono artigiani a cui mi sono rivolto per lavori di vario genere, altri erano soliti farci visita nel corso di eventi scolastici particolari come la Festa di fine anno che da sempre si tiene a giugno nel cortile della scuola.
Bello rivedersi e un po' ri-viversi.

Che cosa manca di base ai giovani  studenti di oggi ?

Forse un progetto e l'idea di un domani. In fondo è ciò che come scuola, come adulti, dobbiamo cercare di proporre ed offrire ai nostri ragazzi.

Nell’ultimo capitolo c’è anche una Sua riflessione, sui media e sul loro modo superficiale di informare, pensa che succeda spesso questo tipo di disinformazione ?

Gli episodi narrati nel libro sono esempi di come oggi l'informazione manchi a volte di professionalità e soprattutto di sensibilità verso un mondo delicato come quello della scuola dell'obbligo... Se succede spesso? Per quel che riguarda la mia esperienza: troppe volte.

Che cosa si auspica per la scuola di oggi ?

Maggiore attenzione, maggiore sensibilità, maggiori risorse.

Questo suo libro che riflessioni  dovrebbe sviluppare?

Confido che questo scritto possa contribuire a una più definita presa di coscienza di ciò con cui la scuola è oggi confrontata.
 Ben vengano poi eventuali riflessioni nel merito ... Quali? Chi legge il libro ce lo saprà dire.

 

 

L’autore

Bixio Mainardi, Locarno 28.02.1959

1987 Laurea in Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Firenze.

1987-91 Responsabile della Sezione culturale e docente di Cultura Generale presso il centro italo-svizzero di formazione professionale di Berna (CISAP).

1991-93 Docente di cultura generale alla SPAI di Bellinzona.

Dal 1991 docente di storia, italiano e geografia alle scuole medie di Losone.

2000-2005 Collaboratore di direzione.

2005-2022 Direttore della SMe di Losone.

 

Il libro è disponibile per l’acquisto nelle librerie del Cantone e su www.fontanaedizioni.ch