maurizioporroMaurizio Porro, classe quarantadue, fin da piccolo è stato un grande appassionato frequentatore di cinema e teatro. Al liceo muove i primi passi sul palcoscenico, e recita nei gruppi teatrali della scuola. Dopo la laurea in filosofia, passa alcuni anni al Piccolo Teatro di Milano, dove lavora con Paolo Grassi come aiuto regista, operatore culturale, una grande esperienza formativa che poi lo porta a scrivere per il “Corriere della Sera”, per poi passare al “Giorno” ,circa due anni, una breve esperienza che si risolve al suo ritorno al “Corriere”, dove cura la pagina degli spettacoli come critico cinematografico ed esperto di musical.

Da circa tredici anni è anche docente e tiene corsi di cinema presso l’Università per gli stranieri di Gargnano sul Garda, e “Storia della Critica dello Spettacolo” presso l’Università Statale di Milano. Maurizio Porro, sarà ospite dell’ASRI, all’Università di Zurigo, il 25 marzo, in occasione della sua conferenza lo abbiamo incontrato in anteprima:  

Si ricorda il primo film che ha visto? E il suo primo spettacolo teatrale? 

Il primo film che ho visto secondo leggenda di famiglia, non è gran novità ma appartiene allo stile dell'epoca, pare che fosse Biancaneve di Disney credo al cinema Meravigli di Milano. Da allora associo sempre titolo e locale. Teatro... ricordi confusi. Molte riviste, varietà con ballerine che mi accarezzavano perché ero sempre il più piccolo in sala. Coscientemente ricordo con piacere addirittura febbrile l'attesa di andare a teatro e la vera illuminazione sul suo senso e il suo peso e la morale, eccetera, arrivarono quando mia madre mi accompagnò a vedere Zio Vania di Céchov con la regìa di Visconti e con Morelli, Stoppa, Mastroianni e la Rossi Drago in scena, al Nuovo di Milano, un freddo gennaio di molti anni fa. 

Quando ha deciso che si sarebbe occupato di cinema? Tra cinema e teatro che differenza c’è secondo Lei? 

Ho deciso che mi sarei occupato di cinema concretamente quando sono riuscito a trovare collaborazione e lavoro al Corriere, poi al Giorno e poi ancora al Corriere, stabilmente. Da allora non ho avuto dubbi. Cinema e teatro perché secondo me è un'unica grande famiglia. Bisogna frequentarli entrambi, è una follia ucciderne uno perché si ama troppo l'altro. Comunque il teatro comprende il cinema e non viceversa, ma sono terreni confinanti, limitrofi. 

Quale film ci consiglia di vedere, tra gli ultimi usciti?  

I film consigliati? E' un buon periodo. Mi piace la commedia italiana Smetto quando voglio, trovo giusto che si impari la storia di “Dodici anni schiavo”, amo il melò alla Tennessee Williams dei Segreti di “Osange County”, trovo magnifico “La moglie del poliziotto” per le sue ascendenze brechtiane e mi prenoto, se mai arriverà, per il nuovo “Resnais”, il più grande vivente. 

Nei film di adesso, la tecnologia aiuta molto i film ad essere “perfetti”, pensiamo agli effetti speciali, scene non girate più dagli attori…secondo Lei, queste pellicole comparate a quelle del passato, hanno perso di veridicità?  

La tecnologia ha dato una grossa svolta al cinema, alla sua dimensione profana ma non alle sue capacità d’introspezione. Va bene le 3D ma non scambiamole per una rivoluzione. il digitale non rappresenta una poetica ma solo una scorciatoia emotiva, comunque è chiaro che la ricezione del cinema è tutt'altra rispetto a ieri anche se la velocità richiesta oggi dal fluire delle immagini non gioca sempre a favore della qualità. Ma bisogna fare i conti e non si può guardare e recensire con la stesso metro Via col vento o Pompei.  

Secondo Lei, che momento stanno vivendo il cinema e il teatro in Italia?  

Il cinema e il teatro in Italia stanno vivendo un momento in cui tirano la cinghia, come tutti, ma il teatro, specie in città come Milano che ha inventato le multisale di teatro, è molto più vivo e vitale e si sta creando un nuovo pubblico che invece per il cinema si è assottigliato vuoi per ragioni generazionali vuoi perché non ci sono più i cinema (non considero i multiplex locali cinematografici, ma "non luoghi" di transito). 

 I piccoli cinema sia in città sia in periferia, hanno ceduto il posto a enormi multisala, la magia di ritrovarsi in una sala buia, e sentirsi piccoli davanti ad un enorme schermo, ( come Lei descrive in “Fine primo tempo del 2005”), sembra non esserci più…. Il rapporto tra pubblico e cinema è cambiato, Lei che ne pensa?

Certo che quella magia del cinema sotto casa non esiste più e ciò non ha giovato. Ma i giovani di oggi non conoscono quell'altro modo di andare al cinema e quindi non possono fare paragoni, il fattore umano è scomparso e la maleducazione regna sovrana nelle sale dove chiunque accende il telefonino, ci parla, manda lampi di luce...Il rapporto tra cinema e pubblico è cambiato con l'home video e la rete, ma ci vorrebbe un libro per studiarlo e capirlo. Comunque per me è mutato in peggio. 

Nel suo libro “ Cinema vuol dire…(Secondo tempo) del 2012, ha aiutato il lettore ad avere dal cinema qualcosa in più dai film che vede, con analisi di slang, frasi, mode… come ha pensato questo tipo di approccio nell'analisi di film? E perché ha scelto come copertina la locandina di “Nuovo cinema Paradiso”?  

L'approccio semiotico al cinema nasce dalla visione di tanti film e dal riconoscere alcuni topoi visivi che hanno costruito nel tempo la grammatica e la sintassi di un modo di esprimersi che è solo cinematografico e si avvale dei propri stereotipi.  

Ci può anticipare l’argomento della Sua conferenza a Zurigo?  

A Zurigo faccio una chiacchierata sul cinema italiana partendo dalla Dolce Vita e finendo sulla Grande bellezza che spero vincerà l'Oscar nel frattempo, io ci conto, con alcuni salti temporali nei 50 anni che li separano. 

C’è un film che ha visto tante e tante volte? E che cosa suscita?  

Ho visto moltissime volte alcuni film che fanno parte dell'onnivora giovinezza. Quando s’introietta tutto il cinema, ma di sicuro il mio film del cuore che rivedo appena posso e cerco di trasmettere ai ragazzi è “Otto e mezzo” di Fellini. 

Un’ultima domanda, il due marzo il film “La grande bellezza” di Sorrentino, vincerà l’oscar secondo Lei? 

Ci conto…

 

 

 

Prossimo appuntamento dell’ ASRI - Martedì, 25 Marzo 2014, alle ore 18 - Università di Zurigo, Rämistrasse 71, Zurigo, Aula KOL-F-104  

Maurizio Porro terrà una conferenza con video dal titolo:  

“Dalla Dolce Vita alla Grande Bellezza: profezie e verità dell'Italia che cambia”

Info: www.asri.ch