DSCN8499Cristina Caboni vive in provincia di Cagliari con il marito, e i loro tre figli. Il suo primo romanzo “Il sentiero dei profumi”, è stato subito un grande successo, una storia delicata, romantica, dove la protagonista Elena raggiunge subito il cuore del lettore. Un omaggio ai profumi, e al loro mondo, a quello che ricordano, a quello che portano con sé, nel corso della nostra vita. Un viaggio nella speranza, nell’amore e a quello che la vita offre a tutti noi. Sentite come racconta la scrittrice, la nascita del suo romanzo: Nella foto a lato Cristina Caboni.

 

Lei è al suo primo romanzo, si aspettava tutto il successo che ha avuto in poco tempo?

Mi è piaciuto molto scrivere Il sentiero dei profumi, all’epoca non immaginavo che sarebbe stato apprezzato da così tanti lettori. Però le confesso che ne sono davvero felice.

Dove ha trovato l’ispirazione per scrivere, e quanto tempo Le ha richiesto il Suo romanzo?

Questo romanzo nasce dalla percezione che ho della natura, del mondo che mi circonda, dal mio lavoro di apicoltrice e dalle mie passioni: le rose e i profumi. Ogni bel ricordo, e le esperienze più significative sono come germogliate e infine hanno trovato una loro strada. Io ho prestato i miei occhi e la mia anima a questa storia. La sua stesura è stata travolgente, e l’ho terminata in pochi mesi.  

Il parallelismo con il romanzo “Il linguaggio segreto dei fiori “ di Vanessa Diffenbaugh che effetto fa?

Vedere il proprio lavoro accostato a un grande romanzo è sempre fonte di gioia e di orgoglio. Quello dei fiori e quello dei profumi sono due linguaggi privi di barriere linguistiche, emozionali, legati all’anima e allo spirito. Credo che valga la pena riscoprirli entrambi, arricchiscono la vita e la rendono più piacevole.

La protagonista del libro, Elena, è una figura femminile che attraversa molte difficoltà interiori per liberarsi del passato, perché a volte è difficile staccarsi da quello che ci è successo e andare avanti?

Le esperienze che viviamo si legano alla nostra personalità. Se poi vengono affrontate da giovani, è molto difficile lasciarle scivolare via. Credo che il modo migliore di superare gli avvenimenti tristi sia affrontarli, comprenderli e accettarli. La consapevolezza fa parte di questo percorso, un lungo cammino, un sentiero verso la conoscenza di sé stessi.

Quanto si è legata al personaggio di Elena? Quando ha finito di scrivere è stato facile lasciarla?

Ho adorato Elena, è stata prima una figlia, e poi un’amica. Mi ha insegnato ad osservare, a capire, a scegliere. Lasciarla non è stato semplice, e non sono riuscita a farlo davvero finché non è arrivata un’altra donna a raccontarmi la sua storia. È stato allora che ci siamo salutate.

Dalla pubblicazione, poi è stata ospite al Salone del Libro di Torino, e ora porta in giro per l’Italia la sua storia, che cosa Le trasmette il pubblico che incontra? Tra tutte le presentazioni c’è ne una che l’ha particolarmente colpita e perché?

Emozione, gioia, incredulità. Sono questi i sentimenti che provo mentre presento il romanzo. Incontro sempre persone speciali. Tutte lo sono, e tutte hanno qualcosa da raccontare. Così ho scoperto che quando fioriscono le violette si prepara la festa in un piccolo villaggio della Romania, che una bambina esprime le sue emozioni più profonde attraverso la scrittura, che un distinto signore da piccolo adorava abbracciare la vestaglia profumata della sua mamma. Avrei altre decine di esempi, perché sono davvero tantissimi i lettori che ho avuto il piacere di conoscere, e di tutti conservo un istante, un viso, un sorriso. E un profumo.

Ad un certo punto della narrazione, Elena, la protagonista, si trasferisce a Parigi e riscopre l’arte dei profumieri, del profumo su misura…un mestiere quasi dimenticato. In un periodo come il nostro, quali altri mestieri bisognerebbe riscoprire, e come dare un valore a qualcosa di unico, fatto solo per noi, in una società dove ci si vuole standardizzare su tutto?

Sono stata allevata da donne e uomini operosi, geniali, abili. Li ho visti trasformare acqua, sale e farina in pani fragranti, teli e fili di seta in gioielli di pizzo, e quelle stesse mani hanno lavorato la terra e servito a tavola il frutto delle loro ingegnose fatiche. Io stessa insieme a mio marito svolgo un lavoro in cui la manualità è fondamentale. Un lavoro a misura d’uomo, e donna. Non c’è nulla da scoprire, basta guardarsi dentro e trovare la nostra dimensione ideale. Molte volte basta chiedersi anche: ma io cosa so fare? L’individualità, l’arte, la manualità sono per loro stessa natura gli antipodi della standardizzazione, e secondo me vale la pena di coltivare questa enorme risorsa.

A quali autori si è ispirata per scrivere?

Ogni scrittore è prima di tutto un lettore, le parole sono il suo nutrimento, i colori dei suoi dipinti. E poi arriva dal nulla una storia che nasce e cresce nella sua mente, ed è tutta sua. Accade così, molto semplicemente.

Qual è il suo libro preferito?

Una volta ho letto che scegliere un libro tra tutti, è un po’ come scegliere, tra i raggi di sole, quello più luminoso. Credo che sia un po’ ciò che mi accade quando penso ad un libro speciale, uno unico. Non credo di essere capace di fare questo tipo di scelta, perché nelle migliaia di libri che ho letto, alcuni di essi sono nel mio cuore e vi resteranno per sempre senza tuttavia scalzare gli altri. Un po’ come accade in una bella giornata, dove i vari momenti di luce si susseguono in armonia.

Se la sua vita avesse un profumo, il suo quale sarebbe?

Arancio, il profumo del sole e della gioia. La mia casa è circondata dagli agrumeti e a primavera il profumo dei fiori aleggia e impegna ogni angolo. Profumo di casa, di famiglia, di serenità. È questo il mio profumo.

Pensando al suo passato, da bambina, qual era il profumo che la faceva sentire bene?

Quello del pane appena sfornato. Sapeva di albe passate ad ascoltare le chiacchiere delle donne della famiglia, le loro risate, i sogni, le speranze. Sapeva di fumo di legna, di cenere e di mollica morbida e salata. Sapeva di sicurezza e gioia.

L’amore può davvero salvarci da tutto? …perché sembra, ce ne siamo dimenticati?

L’amore è un bisogno primario dell’uomo. Spesso dimentichiamo che difficilmente possiamo riceverlo se non siamo in grado di donarlo. E poi l’amore ha la curiosa abitudine di seguire regole tutte sue, spesso incomprensibili, e legate a virtù come la generosità, la gentilezza, la capacità di accettare gli altri. Oggi l’oblio ci affligge, è vero. Ma possiamo porvi rimedio quando vogliamo. Basta seguire il proprio cuore, stare bene con se stessi e poi con gli altri.

Ci sarà un seguito? ( io mi auguro di si…)

Questa è una bella domanda. Dipende dal sentiero. Il cammino Di Elena e Cail ha trovato la sua dimensione, ma questo non significa che qualcuno dei protagonisti di questo romanzo non possa avere ancora qualcosa da dire… chissà.

 

Il sentiero dei profumi. Trama:

La vita mi ha messo alla prova
Ma con l’iris ritrovo la fiducia
La vaniglia mi fa sentire protetta
Perché i profumi sono la mia strada


Elena non si fida di nessuno. Ha perso ogni certezza e non crede più nell’amore. Solo quando crea i suoi profumi riesce ad allontanare tutte le insicurezze. Solo avvolta dalle essenze dei fiori, dei legni e delle spezie sa come sconfiggere le sue paure. I profumi sono il suo sentiero verso il cuore delle persone. Parlano dei pensieri più profondi, delle speranze più nascoste: l’iris regala fiducia, la mimosa dona la felicità, la vaniglia protegge, la ginestra aiuta a non darsi per vinti mai. Ed Elena da sempre ha imparato a essere forte. Dal giorno in cui la madre se n’è andata via, abbandonandola quando era solo una ragazzina in cerca di affetto e carezze. Da allora ha potuto contare solo su sé stessa. Da allora ha chiuso le porte delle sue emozioni.Adesso che ha ventisei anni il destino continua a metterla alla prova, ma il suo dono speciale le indica la strada da seguire. Una strada che la porta a Parigi in una delle maggiori botteghe della città, dove le fragranze si preparano ancora secondo l’antica arte dei profumieri. Le sue creazioni in poco tempo conquistano tutti. Elena ha un modo unico di capire ed esaudire i desideri: è in grado di realizzare il profumo giusto per riconquistare un amore perduto, per superare la timidezza, per ritrovare la serenità.Ma non è ancora riuscita a creare l’essenza per fare pace con il suo passato, per avere il coraggio di perdonare. C’è un’unica persona che ha la chiave per entrare nelle pieghe della sua anima e guarire le sue ferite: Cail. Cail che conosce la fragilità di un fiore e sa come proteggerlo e amarlo. Perché anche il seme più acerbo quando il sole arriva a riscaldarlo trova la forza di sbocciare.

 

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