scristoforetti2Samantha Cristoforetti,nella foto a sinistra, classe 1977, è la prima donna astronauta italiana dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), e a novembre partirà per una lunga missione, ben sei mesi nello spazio, per raggiungere la Stazione Internazionale, partendo da Baikonur in Kazakistan a bordo della Soyuz. Foto @Ufficio Stampa ESA:

Darà così avvio alla missione Futura la seconda di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Il Capitano dell’Aeronautica Militare Cristoforetti, due lauree, cinque lingue, pilota i Cessna e su 8500 aspiranti astronauti è arrivata tra i primi sei migliori candidati. Durante la missione, per la quale si allena duramente da due anni, tra eventuali passeggiate spaziali, riparazioni, manutenzione e tutto ciò che è necessario per la vita a bordo, Samantha realizzerà, per l’ASI esperimenti sulla fisiologia umana, analisi biologiche e la stampa di oggetti 3D, in assenza di peso in modo da sperimentare anche la possibilità di stampare pezzi di ricambio per la stazione stessa senza dover dipendere dagli invii da terra. Raggiunta a Colonia al Centro addestramento ESA, ci racconta come si prepara per una missione di grande successo:

Capitano Cristoforetti quanto manca alla sua prima missione nello spazio? Parto il 24 novembre, mancano meno di due mesi.

Da quanto si prepara per la missione? L’addestramento per una missione di lunga durata è molto lungo. Io mi preparo tecnicamente, da circa due anni, più o meno.


Lei resterà sei mesi nello spazio, quali saranno i suoi compiti? A bordo facciamo tutti un po’ di tutto.. Le attività sono le stesse per tutti i membri dell’equipaggio, in primis ci sono gli esperimenti scientifici, che sono il motivo principale della missione, poi ci sono le attività di manutenzione ordinaria, oppure aggiustare qualcosa che si è rotto, aggiornare il software di bordo etc. Il fine settimana, dobbiamo fare le pulizie, passare l’aspirapolvere e a bordo partecipiamo tutti a questo genere di cose. Ogni tanto ci possono essere dei giorni particolari, ci può essere un veicolo di rifornimento che arriva, quindi è necessario con il braccio robotico andarlo a catturare e seguire tutta la fase di attracco del cargo, scaricare il materiale che è stato portato ed eventualmente poi quando il veicolo se ne va, riempirlo di materiale che deve essere smaltito (se è un veicolo che rientra in maniera distruttiva) o materiale riportato a terra. Poi ci possono essere delle passeggiate spaziali, che sono un’attività intensa per tutti.

 

Se avrà del tempo libero che cosa farà? Sicuramente avrò del tempo libero, in sei mesi di missione non si può certo lavorare di continuo, io scatterò fotografie e dei video per condividere la vita di bordo con il pubblico. Porterò della musica, dei libri, ma cercherò di evitare di fare cose che potrò fare a terra una volta rientrata.

Quali saranno le parti piu' difficili della missione? Ora è difficile dirlo. Noi siamo preparati per affrontare tutto, sarò felice di raccontargliele al mio ritorno, se ce ne saranno state.

Durante la sua carriera ha incontrato degli ostacoli? Come li ha superati? Chi è selezionato per fare l’astronauta generalmente è abbastanza adatto a fare questo tipo di vita quindi quello che magari alle altre persone può sembrare una grande difficoltà o un sacrificio, n realtà per noi non lo è, semplicemente perché questo è il tipo di vita che ci è congeniale. Magari poi non riusciamo in altre cose, ma per quelle per cui siamo stati selezionati difficilmente incontriamo degli ostacoli insormontabili. Noi affrontiamo un tipo di vita per la quale siamo adattati e addestrati.

E' difficile per una donna muoversi in un ambiente considerato ancora maschile? Io personalmente non ci faccio più caso, non ho particolari difficoltà. Io parlo naturalmente della mia esperienza personale, non mi permetto di parlare a nome di tutte le donne.

Quali caratteristiche deve avere un astronauta? Sicuramente una buona preparazione tecnica, ma questa è data per scontata, e un grande equilibrio interiore. Un giusto equilibrio tra ambizione e capacità di mettere davanti la riuscita e il successo della squadra, piuttosto che la riuscita personale fine a se stessa.


Che cosa ha sacrificato per arrivare, dove è arrivata? Non ho vissuto nulla come sacrificio. Forse una vita tranquilla ma non l’ho mai voluta. Io ho avuto la fortuna di fare sempre quello che mi piaceva, quello che mi ha sempre affascinato e probabilmente è il motivo per il quale ho sempre lavorato molto.

Si è parlato molto della dieta che seguirà durante la missione che cosa mangerà? Principalmente il menu standard della Stazione Internazionale che soddisfa i bisogni calorici e di macronutrienti degli astronauti, in più ho chiesto di sviluppare per la mia allocazione di bonus food, insieme ad un un giovane cuoco italiano, Stefano Polato, delle ricette alternative. Io e Polato, abbiamo avuto la stessa visione, cioè il cibo non solo come piacere, non solo introito calorico ma visto come la prima medicina, quella che farà stare bene il nostro corpo, che lo aiuterà a prevenire disequilibri e malattie nel tempo, e nel presente farci stare al massimo del benessere e quindi darci la possibilità di lavorare e di svolgere le proprie attività al meglio . Abbiamo sviluppato delle ricette basate su ingredienti massimamente nutrienti, dai cereali integrali, al pesce azzurro, alla frutta, alla verdura, semi oleosi, frutta secca, tutte queste cose potenti da un punto di vista nutritivo e della salute.

Una volta rientrata, quale la cosa che farà per prima? Banalmente so che mi daranno un telefono satellitare per chiamare i miei cari, per far sapere che l’atterraggio, che è una comunque una fase critica della missione, è andato bene.

Che cosa le mancherà di più stando via cosi tanto dalla terra? Difficile dirlo, mancheranno le relazioni alle quali sei abituato perché i tuoi cari non sono presenti, ma già negli anni di addestramento siamo abituati ad essere sempre in giro e forse dalla stazione spaziale è più facile mantenere le comunicazioni perché il fuso orario è vicino a quello europeo. I ritmi sono regolari e la vita a brodo forse è più tranquilla rispetto a quella durante gli anni di addestramento. Forse mi mancheranno i piaceri e le piccole comodità della vita di tutti i giorni. Una bella cena con gli aromi e freschezza che a bordo non sono possibili, o una bella doccia che a bordo non è possibile… piccole cose…

Che cosa non mancherà nel suo bagaglio…I bagagli sono già fatti in grossa parte. Sicuramente mi mancheranno dei libri ,magari me li farò mandare dalla famiglia, visto che ha la possibilità di mandare dei pacchetti ogni tanto, cinque o sei in tutto il corso della missione, Di solito si mandano cose che sanno possano far piacere all’astronauta, cibi o libri o foto…

Se non avesse fatto l’astronauta? Avrei continuato a fare il pilota militare, che è la carriera che avevo prima di essere selezionata dall’Agenzia Spaziale Europea come astronauta.

 

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